Al Teatro Nest in scena «Siede la Terra» di Francesco d’Amore e Luciana Maniaci

Al Teatro Nest in scena «Siede la Terra» di Francesco d’Amore e Luciana Maniaci
Nuovo appuntamento della stagione teatrale Nest il 7 e l'8 maggio con «Siede la Terra». Drammaturgia di Francesco d’Amore e Luciana Maniaci con Francesco...

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Nuovo appuntamento della stagione teatrale Nest il 7 e l'8 maggio con «Siede la Terra». Drammaturgia di Francesco d’Amore e Luciana Maniaci con Francesco d’Amore e Luciana Maniaci. Una produzione Maniaci D'Amore/Kronoteatro «Siede la terra», l’ultimo spettacolo della compagnia, è uno studio corrosivo sui meccanismi velenosi dei piccoli paesi, sul violento maschilismo e razzismo che li guida ma soprattutto su chi conduce la narrazione di un luogo e dunque su chi ne detiene il potere. A incarnare questa figura è Clarice, l’impietosa pettegola dell’immaginario paese di Sciazzusazzu di Sopra, talmente abile nel manipolare le notizie da riuscire a salvare sua figlia Teresa da tutte le – fondate – dicerie che girano sul suo conto.

Un giorno, infatti, su un muro appare una frase ingiuriosa intorno alla giovane: la madre riuscirà a spostare l’attenzione su un’omonima ragazza del paese, decretandone l’infelicità, pur di allontanare ogni sospetto da Teresa. “Siede la terra” è un lavoro profondamente contemporaneo che, in maniera sottile, si interroga sulle logiche spietate della gogna pubblica ma anche sul corpo della donna, spesso oggetto di narrazioni subite, e sull’invenzione strumentale dello straniero, del diverso e dell’untore.

Mischiando teatro di narrazione, riflessione sociologiche, teatro dell’assurdo e immaginario pop, i Maniaci d’Amore firmano un’altra drammaturgia irriverente e coraggiosa, un pamphlet contro le dinamiche tossiche del villaggio: non una galleria degli orrori bensì un comico inno d’amore, un’elegia in forma di accusa. Perché, malgrado l’insofferenza, l’indignazione e a volte la vergogna, noi apparteniamo a queste comunità. Non solo i nostri vulnerabili corpi, ma anche i nostri cuori poggiano qui, dove siede la terra.

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Il Mattino