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Torna “De Tasto et De Chorda”, rassegna a cura di Cappella Neapolitana, ideata e diretta da Antonio Florio che è giunta alla quinta edizione.
Quattro concerti, dal 22 febbraio al 6 marzo, che hanno come protagonisti gli strumenti “a fiato” dal Rinascimento al Barocco. Prima di tutto l’organo da camera, strumento che unisce la tastiera alle canne che appunto evocano la voce umana col passaggio dell’aria, ma anche moltissimi timbri differenti di una tavolozza capaci di incantare gli ascoltatori tanto nelle chiese quanto nelle camere aristocratiche e perfino nei teatri del Settecento.
A questo principe degli strumenti si affianca di volta in volta il fagotto barocco (con inedite pagine di autori in gran parte napoletani), la tromba naturale (in questo caso con un raro programma inglese settecentesco) e perfino la cornamusa oltre ai flauti, protagonisti con liuto e chitarrino di eleganti danze medievali e del primo Rinascimento.
Protagonisti del primo concerto per organo dal titolo "Bach & Vivaldi", il 22 febbraio alle 20 alla Domus Ars, Carlo Maria Barile e Angelo Trancone che proporranno riscritture di Bach per organo dei concerti grossi per archi e basso continuo di Antonio Vivaldi e di quelli del giovane Johann Ernst principe di Sassonia-Weimar.
Un adattamento per due organi, due interpreti e due strumenti dalle personalità diverse dialogheranno, ricreando l’effetto di contrasto e chiaroscuro tipico del barocco. Nei quattro concerti che saranno eseguiti Barile e Trancone si alterneranno tra solismo, accompagnamento e dialogo. A un organo sarà affidata la parte solistica e all’altro accompagnamento e la realizzazione del basso continuo, prendendo come riferimento la linea di basso affidata al pedale nelle trascrizioni bachiane. Inoltre negli adattamenti dei concerti vivaldiani vi sarà un doveroso rimando a Venezia ispirato alla pratica del doppio coro della Basilica di San Marco, attraverso l’effetto eco del dialogo di melodie tra i due strumenti e tra le loro differenti timbriche.
Domenica 25 febbraio alle 19.30 secondo appuntamento con Giacomo Lapegna al fagotto e Carlo Maria Barile all’organo per restituire tutta la bellezza e la varietà artistica della Napoli barocca, di padre in figlio, Alessandro e Domenico Scarlatti, in dialogo con altri illustri compositori, Pugnano e Ricupero a cui si aggiunge la sonata per fagotto di origine anonima, probabilmente del violinista e compositore veneziano Giuseppe Tartini. Di origini napoletane è invece la sonata di Francesco Ricupero, compositore principalmente di musica sacra di cui si hanno poche notizie, che scrisse una raccolta di 16 sonate per flauto traverso, una delle quali è presente anche in una versione per fagotto. A Carlo Maria Barile, oltre alla realizzazione del basso continuo nelle sonate per fagotto di Ricupero, Tartini e Pugnani, sarà affidata l’interpretazione di opere per tastiera di Alessandro e Domenico Scarlatti, in ossequio alla città di Napoli. La rassegna proseguirà con gli appuntamenti di marzo il 3 e il 6.
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