Un classico di Peppe Barra apre la stagione del teatro Sannazaro

Un classico di Peppe Barra apre la stagione del teatro Sannazaro
L’estro, la comicità e l’arte di Peppe Barra inaugura la stagione del teatro Sannazaro. “I cavalli di Monsignor Perrelli”, lo spettacolo diretto da...

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L’estro, la comicità e l’arte di Peppe Barra inaugura la stagione del teatro Sannazaro. “I cavalli di Monsignor Perrelli”, lo spettacolo diretto da Lamberto Lambertini, sarà in scena alla “Bomboniera” di via Chiaia da venerdì 25 sino a domenica 27 ottobre.


L’originale scherzo in musica narra le vicende dello stravagante Monsignore, uomo di chiesa oltre che di scienza, che soleva intrattenere re Ferdinando IV e la regina Carolina con le sue assurdità, raccontando di invenzioni stupefacenti e diavolerie varie.

In scena Patrizio Trampetti, nei panni di Monsignor Perrelli e Peppe Barra in quelli di Meneca, la sua fedele Perpetua, vittima rassegnata delle sue stramberie la quale, stremata dalle continue imbecillità o vizi, come quello del cibo, del suo padrone, si sfoga a tu per tu con il pubblico in sala, con irresistibili monologhi.

Monsignore ha la testa tra le nuvole, Meneca ha i piedi per terra, due esseri distanti e vicinissimi. I costumi e le scene sono a cura di Carlo Demarino, con il Vesuvio che incombe, fumante ed eruttante, dal balcone della villa, mentre i costumi, ricchi e giocosi di Annalisa Giacci, e la musica originale di Giorgio Mellone. In scena, accanto ai protagonisti, anche Luigi Bignone e Enrico Vicinanza.
 
Lo spettacolo nacque nel 1991 e fu l’unico senza Concetta Barra, per una sua piccola indisposizione, (in tutti i dodici anni di creazioni della Compagnia di Peppe Barra e Lamberto Lambertini, lei sempre indomita protagonista). Gli interpreti erano Peppe Barra e Patrizio Trampetti. E così nacque, per il Festival di Benevento, questo duello teatrale tra due attori molto amici, che avevano consuetudine a tenere e a inventare insieme la scena, offrendo arte, risate e un po’ di malinconia. Quella divertita scrittura fu anche, e oggi ancora di più, un buffo autoritratto dei due autori, Peppe e Lamberto, ispirazioni primarie per Meneca e il Monsignore.
 
 
 
 
 
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Il Mattino