L’estro, la comicità e l’arte di Peppe Barra inaugura la stagione del teatro Sannazaro. “I cavalli di Monsignor Perrelli”, lo spettacolo diretto da...
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L’originale scherzo in musica narra le vicende dello stravagante Monsignore, uomo di chiesa oltre che di scienza, che soleva intrattenere re Ferdinando IV e la regina Carolina con le sue assurdità, raccontando di invenzioni stupefacenti e diavolerie varie.
In scena Patrizio Trampetti, nei panni di Monsignor Perrelli e Peppe Barra in quelli di Meneca, la sua fedele Perpetua, vittima rassegnata delle sue stramberie la quale, stremata dalle continue imbecillità o vizi, come quello del cibo, del suo padrone, si sfoga a tu per tu con il pubblico in sala, con irresistibili monologhi.
Monsignore ha la testa tra le nuvole, Meneca ha i piedi per terra, due esseri distanti e vicinissimi. I costumi e le scene sono a cura di Carlo Demarino, con il Vesuvio che incombe, fumante ed eruttante, dal balcone della villa, mentre i costumi, ricchi e giocosi di Annalisa Giacci, e la musica originale di Giorgio Mellone. In scena, accanto ai protagonisti, anche Luigi Bignone e Enrico Vicinanza.
Lo spettacolo nacque nel 1991 e fu l’unico senza Concetta Barra, per una sua piccola indisposizione, (in tutti i dodici anni di creazioni della Compagnia di Peppe Barra e Lamberto Lambertini, lei sempre indomita protagonista). Gli interpreti erano Peppe Barra e Patrizio Trampetti. E così nacque, per il Festival di Benevento, questo duello teatrale tra due attori molto amici, che avevano consuetudine a tenere e a inventare insieme la scena, offrendo arte, risate e un po’ di malinconia. Quella divertita scrittura fu anche, e oggi ancora di più, un buffo autoritratto dei due autori, Peppe e Lamberto, ispirazioni primarie per Meneca e il Monsignore.
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Il Mattino