«Uno nessuna centomila», storie di donne nel Parco di Villa Favorita

«Uno nessuna centomila», storie di donne nel Parco di Villa Favorita
Il 28, 29, 30 maggio e 1, 2, 3, 4, 5, 6 giugno per la rassegna "Racconti per ricominciare" - un festival diffuso di percorsi teatrali ad un prezzo simbolico...

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Il 28, 29, 30 maggio e 1, 2, 3, 4, 5, 6 giugno per la rassegna "Racconti per ricominciare" - un festival diffuso di percorsi teatrali ad un prezzo simbolico di 10 euro a spettacolo, organizzato da Vesuvioteatro.org con il coordinamento artistico di Giulio Baffi e Claudio Di Palma - nel parco di Villa Favorita a Ercolano c'è lo spettacolo "Uno nessuna centomila" a cura di Nadia Baldi.

Un titolo che ricorda un classico. E’ invece un titolo che parafrasato racchiude la drammaticità di alcune condizioni delle donne. Uno è quel maschile che considera la donna un oggetto di proprietà. Nessuna perché spesso la donna si annienta in un rapporto di dipendenza affettiva fino a sparire. Centomila sotto le tante storie che purtroppo segnano in maniera devastante il destino delle donne.

«Uno Nessuna Centomila» racchiude 4 monologhi che attraverso l’ironia e l’amarezza delle scritture ci accompagna in quel mondo asfissiante in cui la donna non riesce a godere della propria libertà espressiva ed emotiva.

Martina Carpino si cimenta attraversa la scrittura di Dario Postiglione dal titolo “La corona”. Una nuova drammaturgia che strizza l’occhio nella sporca faccenda di Creta dove sappiamo tutto di Teseo, infatti ci sono state fornite innumerevoli versioni del Labirinto e del mostro che lo abita, di chi lo ha costruito e di chi lo ha commissionato. Meno sappiamo di Arianna, di cui tutti ricordano il filo. Figlia di un tiranno, sorella di un mostro, amante di un eroe, sposa di un dio: Arianna pare sballottata qua e là dal capriccio di uomini e dei.
 

Francesca Morgante è protagonista della propria scrittura di scena con il monologo dal titolo “Lido per mari unici”. Un breve racconto che attraversa gli attimi dei momenti più soffocanti di una vita rinchiusa tra 2 braccia.

Piera Russo muove la sua capacità attoriale nel monologo “Piacere mio” di cui è autrice. Simon è una donna che si chiede che cos'è una donna e cerca di sciogliere il conflitto che accompagna questa domanda enorme. Ogni tappa del viaggio di Simon è accompagnata da una parola chiave e dalla sua relativa etimologia, che lei cerca in un dizionario che porta sempre con se. E' la sua bussola per non perdersi nei luoghi comuni.

Isabella Trodini rivisita e interpreta “Là dove inizia l'orizzonte. Storie di orfani di femminicidio” un libro di Carmine Ammirati pubblicato da Graus Edizioni. Il monologo dal titolo Ma’, dimmi che mi vedi racconta il rapporto tra madre e figlio all’alba del suo omicidio.


 

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Il Mattino