Ambiente solidale, la cooperativa che ricicla i rifiuti e crea lavoro in Campania

Ambiente solidale, la cooperativa che ricicla i rifiuti e crea lavoro in Campania
NAPOLI- I rifiuti, possono essere una risorsa e se da un lato l’inchiesta di “mafia capitale” ha gettato in questi mesi nuova luce sul traffico dei rifiuti gestito dalle...

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NAPOLI- I rifiuti, possono essere una risorsa e se da un lato l’inchiesta di “mafia capitale” ha gettato in questi mesi nuova luce sul traffico dei rifiuti gestito dalle organizzazioni criminali, dall’ altro non si può ignorare che esistano realtà positive. A Napoli la cooperativa sociale Ambiente Solidale,afferente al Consorzio Co.Re e presente nella rete di Federsolidarietà Confcooperative Campania, si occupa di riciclare i rifiuti speciali, pericolosi e non pericolosi, promuovendo due valori che in Campania vanno di pari passo: il lavoro e la legalità. La cooperativa occupa nelle sue attività anche persone svantaggiate, dagli ex detenuti a coloro che sono affetti da un disagio psichico o da una dipendenza. «Coniugare lo sviluppo ambientale con la creazione di nuove possibilità di occupazione per fasce deboli della popolazione nel pieno rispetto del territorio circostante è la nostra vocazione-spiega Antonio Capece, presidente della cooperativa Solidale-. Operiamo nel settore della raccolta e del trasporto di rifiuti differenziati, favorendo il riciclo e il riuso ed inserendo nel mondo del lavoro i meno fortunati».




LA COOPERATIVA- Ambiente solidale è stata costituita nel 2006. Attualmente la cooperativa conta 24 lavoratori, compresi disabili, ex detenuti, ex tossicodipendenti ed ex disoccupati di lungo periodo. Inoltre la cooperativa gestisce il programma alimentare della Caritas Diocesana di Napoli, curando lo stoccaggio e il trasporti di generi alimentari (aiuti) per circa 160 enti, tra parrocchie, associazioni ed istituti benefici che si prendono cura di più di 60.000 persone in difficoltà socio-economiche. In particolare, la cooperativa si occupa della raccolta di materiali tessili (abiti usati), materiale hi-tech (computer, monitor, dispositivi informatici), materiali esausti di stampa (cartucce ink-jet, laser, toner, ecc), cartone, oli vegetali, telefoni cellulari. «Ogni anno ci disfiamo di migliaia di abiti usati- spiega Capece-. La metà di questa montagna di stoffa, fatta di gonne, cappotti, giacche passati di taglia o di moda, finisce ancora, con gli altri rifiuti, nelle discariche e negli inceneritori. Noi facciamo in modo che non accada, con notevoli vantaggi per l’ambiente. Lo scorso anno, con i 550 cassonetti posizionati in 17 Comuni (tra Napoli e Caserta), la cooperativa ha raccolto circa 2 mila tonnellate di abiti smessi. Consentire un risparmio di risorse e diminuire la produzione di inquinanti è solo uno degli aspetti virtuosi del progetto ideato con l’obiettivo di trasformare rifiuti in solidarietà». Per gli anni a venire la cooperativa auspica di raddoppiare il numero dei cassonetti sul territorio e dunque a moltiplicare i vantaggi ambientali e sociali. D’intesa con Asia (azienda servizi igiene ambientale) e il comune di Napoli, grazie al lavoro della cooperativa è stato costituito un fondo sociale di circa 50 mila euro a favore della Caritas Diocesana di Napoli che opera per combattere l’emergente povertà alimentare.




A cura di “Comunicare il Sociale” Leggi l'articolo completo su
Il Mattino