Coronavirus a Napoli, al Rione Sanità l'arte si trasforma in solidarietà

Durante l’emergenza Covid-19 al Rione Sanità di Napoli anche la bellezza di un’opera d’arte può trasformarsi in solidarietà verso i...

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Durante l’emergenza Covid-19 al Rione Sanità di Napoli anche la bellezza di un’opera d’arte può trasformarsi in solidarietà verso i più bisognosi. Ne è una dimostrazione l’iniziativa «Contaminarsi VS Coronavirus», nata attraverso Facebook da un’idea dell’ artista popolare del rione Antonio Conte, con l’obiettivo di mettere in vendita alcune stampa e utilizzare il ricavato per l’acquisto di beni di prima necessità da recapitare a chi è in difficoltà.

 
 
«Qualche anno fa ho realizzato con Lucia Longo un libro che si chiama Contaminarsi - spiega l’artista -  Mai parola fu più bella per il nostro progetto e mai parola è più adatta in questo momento storico. Di questo testo abbiamo realizzato delle stampe a tiratura limitata per ogni singola tavola. Metto in vendita tutte le mie stampe firmate e numerate a 10 euro l’una. L’intera cifra verrà di volta in volta messa a disposizione per la spesa solidale».
 
Per Conte anche l’arte in questo periodo deve fare la sua parte: «Possiamo provare a fare di più - dice -  Chiunque fosse interessato può scrivermi in privato al mio numero 3490550376. Condividete con me questo momento. Prenotate la vostra opera e ci organizziamo per la consegna a mano e le spedizioni. Aiutiamoci tra di noi e restiamo umani».
 
Una distribuzione, quella dei beni di prima necessità ricavati dall’acquisto delle opere alle persone in difficoltà socio-economiche, che nel Rione Sanità avviene grazie al lavoro di tanti volontari di associazioni impegnate sul territorio.
Come i ragazzi della Fondazione San Gennaro e della Pastorale Carceraria presieduta da Don Franco Esposito, che ogni giorno montano su una una vera catena di montaggio della solidarietà per recuperare, confenzionare e recapitare pasta, latte, scatolame e prodotti per neonati a chi purtroppo in questo momento di crisi non può mettersi di mettere il piatto a casa. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino