Dedalus, prima sfilata della sartoria sociale: madrina dell'evento l'attrice Miriam Candurro

Previsto l’intervento musicale del laboratorio di percussioni capitanato dal musicista Capone

La sartoria sociale Dedalus
Dedalus presenta, il 7 marzo alle 17.30, la prima sfilata dell’atelier di sartoria sociale "Ciak si cuce" nel salone di Officine Gomitoli in...

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Dedalus presenta, il 7 marzo alle 17.30, la prima sfilata dell’atelier di sartoria sociale "Ciak si cuce" nel salone di Officine Gomitoli in Piazza Enrico De Nicola 46, Napoli. Modelle e modelli saranno le donne e i giovani che la vivono da beneficiari, insieme alle due insegnanti. È previsto l’intervento musicale del laboratorio di percussioni capitanato dal musicista Maurizio Capone. Madrina d’eccezione che, con grande entusiasmo ha abbracciato il progetto, è l’attrice e scrittrice Miriam Candurro. L’esposizione dei ritratti delle protagoniste e protagonisti della sfilata è a cura della fotoreporter Ada Masella.

Ciak si cuce è il laboratorio di sartoria nato all’interno dell’Officina del fare per promuovere l'inclusione di persone con background migratorio e favorire la convivenza tra le differenze. È un luogo che offre la possibilità di fare emergere talenti e rafforzare competenze relazionali e professionali, come anche occasioni di scambio e condivisione di storie e vissuti personali tra giovani e donne provenienti da diversi paesi del mondo.

La pluralità di culture delle persone che lo frequentano, lo rende un luogo vitale e creativo che, grazie a persone esperte del settore, produce oggetti artigianali originali e tutti diversi, ricavati da materiali da riciclo in una logica di sostenibilità e riutilizzo. Coi teloni pubblicitari dei film che, dopo la promozione andrebbero al macero, donati dal Cinema Modernissimo si producono shopper, borse, astucci, accessori, tovagliette e altri prodotti sartoriali. Vengono utilizzati anche scampoli di stoffa di fine serie e di pelle, regalati da artigiani del territorio.

Le persone, in gran parte donne, che si formano nella sartoria e alcune ricevono delle borse lavoro, provengono da dodici diversi paesi del mondo e, talvolta, da percorsi di fuoriuscita di violenza. Un’occasione per apprendere un mestiere che si sta perdendo e anche di creare relazioni e sperimentare la bellezza delle differenze. Ogni manufatto che viene prodotto contiene una storia intrisa di umanità, sostenibilità, convivenza e inclusione, nel rispetto delle persone e del pianeta che abitiamo. La sfilata rientra negli eventi del Marzo Donna di Dedalus dedicato a storie di riscatto da violenza e sfruttamento attraverso percorsi di protagonismo e autodeterminazione femminile.

 

 

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Il Mattino