L’attività sportiva come veicolo di inclusione sociale: a Foqus la partnership tra sport e salute

La Società dello Stato per la promozione dello sport e dei corretti stili di vita ha incontrato stamattina a Napoli, alla Fondazione dei Quartieri Spagnoli, una rappresentanza di enti e associazioni per avviare nuove strategie di territorio

L’attività sportiva come veicolo di inclusione sociale
«Sport e Salute», la società dello Stato per la promozione dello sport e dei corretti stili di vita, ha incontrato stamattina a Napoli, a Foqus-Fondazione...

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«Sport e Salute», la società dello Stato per la promozione dello sport e dei corretti stili di vita, ha incontrato stamattina a Napoli, a Foqus-Fondazione Quartieri Spagnoli, una nutrita rappresentanza di Enti e Fondazioni della Campania che operano nel terzo settore, per illustrare i nuovi bandi del piano sociale 2023 per lo sport e per avviare nuove strategie territoriali, in particolare nei luoghi del disagio economico e sociale. Presenti all’incontro, Stefano Gobbi, responsabile delle politiche sociali e del terzo settore di «Sport e Salute», Mario Cappella, direttore generale della Fondazione San Gennaro Onlus, Nicola Caracciolo, governatore delle attività istituzionali del Pio Monte della Misericordia, Tommaso D’Alterio della Fondazione Isaia, Gianluigi Passarelli presidente della Fondazione Le Quattro Stelle e Massimo Lanza, consigliere della medesima Fondazione nonché rappresentante della Cooperativa milanese DAR, Andrea Pastore per la Fondazione di comunità salernitana, e Renato Quaglia, direttore di Foqus, e altre realtà territoriali.

In apertura dell’incontro, la trasmissione del videomessaggio inviato da Vito Cozzoli, presidente e amministratore delegato di Sport e Salute. «Sono molto felice – ha detto - di potere avviare un percorso di collaborazione con le Fondazioni campane e napoletane, cioè con i soggetti che sul territorio sono punto di riferimento per lo sviluppo della comunità», ha detto, ricordando il sostegno dato all’azione della rete associativa di base del territorio campano: oltre 650mila euro per i progetti di inclusione, 260mila euro per le amministrazioni locali per il rilancio delle attività sportive nei parchi pubblici e il coinvolgimento dei laureati in Scienze motorie che, attraverso il progetto Scuola attiva, hanno raggiunto settemila classi campane. «Un percorso – ha concluso Cozzoli - che oggi vogliamo consolidare ancora di più».

Della necessità di avviare nuove strategie di territorio per fare dello sport uno strumento di crescita delle comunità, ha parlato Stefano Gobbi, responsabile delle politiche sociali e del terzo settore di Sport e Salute, che ha illustrato i quattro avvisi pubblici volti a sostenere l’azione di associazioni e società sportive dilettantistiche, enti locali ed enti del terzo settore. «Avvisi – ha spiegato - che vanno a sostenere la forza inclusiva dello sport, in particolare per le persone fragili e vulnerabili e nei quartieri e nelle periferie a più alto rischio e disagio sociale. Ma anche nelle carceri, dove il benessere fisico e mentale e la rieducazione dei detenuti trova nello sport un alleato straordinario, e nei parchi, dove si sviluppano nuovi modelli aggregativi e motori intergenerazionali». L’obiettivo non è quello di snaturare le realtà territoriali per partecipare ai bandi e accedere ai finanziamenti, ha tenuto a sottolineare Gobbi, ma avviare nuove collaborazioni che, sulla base delle specificità territoriali, possano sviluppare progetti volti al benessere delle persone e quindi delle comunità.

«Lo sport può rappresentare un’occasione importante di riscatto dei territori – ha dichiarato Mario Cappella, direttore generale della Fondazione San Gennaro – perché attraverso le attività sportive è possibile coinvolgere i ragazzi a rischio dei quartieri fragili della nostra città, come la Sanità».Per Renato Quaglia, direttore della Fondazione impegnata in un ampio progetto di rigenerazione urbana e sociale nei Quartieri Spagnoli, «occorre pensare nuovi spazi da dedicare alle attività sportive – ha detto - per creare nuove occasioni di benessere e socialità. Laddove la conformazione urbanistica della città non consente la creazione di nuovi impianti, come ad esempio nel reticolato stretto dei Quartieri Spagnoli, è possibile immaginare di sfruttare la verticalità delle costruzioni e, sul modello di Rotterdam, di utilizzare i tetti come campi per praticare sport».

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Il Mattino