Giornata mondiale del donatore di sangue, parte l'iniziativa “Donare in vita per la vita” al Policlinico Federico II

Non è mai troppo tardi per capire che donare è un atto d'amore, un gesto naturale, una scelta che può salvare una vita. Così, in occasione della...

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Non è mai troppo tardi per capire che donare è un atto d'amore, un gesto naturale, una scelta che può salvare una vita. Così, in occasione della Giornata mondiale del donatore di sangue, il Policlinico della Federico II lancia l'iniziativa Donare in vita per la vita: «Un modo per ringraziare i donatori di sangue che rappresentano una risorsa insostituibile nell'ambito dell'attività ospedaliera», commenta Antonio Leonardi, direttore dell'Uoc di immunoematologia e medicina trasfusionale. Nel corso della mattinata la struttura guidata dal professore, ha accolto i donatori di sangue. Un invito, esteso a tutti i cittadini, che ha dato il via anche un'altra attività che ruota sempre intorno al tema della donazione: «Abbiamo deciso di associare un percorso parallelo, e per certi versi sovrapposto, ovvero quello di effettuare la tipizzazione per entrare nel Registro internazionale dei donatori di midollo osseo». Viene ricordato - a chi non è riuscito ad iscriversi oggi - che c'è sempre tempo per farlo: il Policlinico apre le porte alle iscrizioni a tutti i cittadini - tra i 18 e i 35 anni - dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle 11.30 e il sabato dalle 8.00 alle 13.00.

«Attraverso la tipizzazione vediamo l'assetto di compatibilità di un potenziale donatore». La validità d'iscrizione dura fino al 55esimo anno di età e «se in questo lasso di tempo c'è un paziente compatibile con il donatore, quest'ultimo viene ricontattato ed entra nel processo di donazione delle cellule staminali». La consapevolezza legata alla scelta di voler diventare un potenziale donatore di midollo osseo, gioca un ruolo fondamentale: «Fino a qualche anno fa avevamo pochi iscritti, ma erano tutti molto motivati e consapevoli - spiega Leonardi - Quando contattavamo i potenziali donatori per dare inizio al processo, più del 70% giungeva alla donazione». Ma negli ultimi anni le cose sono cambiate. Si è registrato un forte incremento del numero di iscritti «sono più di 15mila, ma quello che purtroppo succede è che queste persone si sono iscritte al registro sull'onda emozionale di un evento e non sono pienamente consapevoli. Quindi quando a distanza di anni vengono convocate, queste persone rifiutano la donazione, che è indubbiamente un loro diritto, ma denota una scarsa informazione e  consapevolezza sul percorso di donazione di cellule staminali», conclude il professore. 

Il Policlinico della Federico II riserva una certa attenzione nell'ottimizzare il sangue donato dai cittadini. A chiarire questo aspetto è Emilia Anna Vozzella, direttore sanitario dell'azienda federiciana: «È un nostro dovere nei confronti dei cittadini che scelgono di donare il sangue. Considerata la carenza, ci siamo posti l'obiettivo di ottimizzare questa preziosa risorsa. Forse siamo stati tra i primi in regione, e forse anche livello nazionale, a recepire quelle che sono le nuove procedure del Pbm - patient blood management - ovvero il management del paziente che deve avere le trasfusioni. Abbiamo fatto in modo che i pazienti, prima di sottoporsi ad intervento, avessero una valutazione multidisciplinare. Questo significa garantire al paziente una situazione clinica migliore dal punto di vista dei parametri, ottimizzare la risorsa sangue e dare una maggiore sicurezza al paziente prevenendo, laddove possibile, anche un'eventuale trasfusione».

Anche Rossella Prezioso, la madre della piccola Diana che a soli sei anni - nel 2019 - perse la vita a causa di un'aplasia midollare, ha partecipato all'iniziativa insieme ad alcuni volontari dell'Associazione Gli unicorni di Diana, di cui è fondatrice. Rossella spiega come da una grande sofferenza, legata alla scomparsa della figlia, abbia preso vita un'associazione che cerca di sensibilizzare i giovani alla cultura del dono: «La nostra attività principale è legata all'informazione e alla sensibilizzazione per la donazione del midollo osseo, del sangue e delle piastrine». Viene ribadito come risulti essenziale potenziare il grado di informazione su questo tema perché «solo l'informazione può renderci consapevoli e salvare tante vite». Ma senza cultura non c'è donazione. Ed è per questo che Rossella sottolinea l'importanza di investire nell'educazione al dono a partire dalle scuole, dai ragazzi, per far sì che prenda vita la cultura del dono.

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Il Mattino