«Giovani Promesse», l'associazione che si prende cura di Materdei

«Giovani Promesse», l'associazione che si prende cura di Materdei
«Ho fondato quest'associazione con alcuni dei miei amici perchè i ragazzi che nascono in quartieri a volte difficili non devono sentrsi abbandonati, devono capire...

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«Ho fondato quest'associazione con alcuni dei miei amici perchè i ragazzi che nascono in quartieri a volte difficili non devono sentrsi abbandonati, devono capire che c'è un mondo attorno a loro, non voglio che si sentano ghettizzati». Salvatore Paternoster è un ventiduenne napoletano di Materdei e l'anno scorso, insieme ad alcuni amici ha fondato l'associazione Giovani Promesse, un modo per aiutare molti ragazzi ad allontanarsi dalla strada, impegnandosi in attività socialmente utili e culturali.

 

«L'idea è nata dalla volontà di mostrare una realtà che può essere positiva - racconta Andrea Capuozzo, uno dei membri dell'associazione - il nostro obiettivo è quello di realizzare progetti che coinvolgano tanti ragazzi, gli “scugnizzi” come li chiamiamo noi, organizzando tante attività».

 

Fra i progetti che i ragazzi dell'associazione hanno portato avanti, c'è la cura del quartiere. «Abbiamo adottato, insieme al comitato cittadino di Materdei, l'aiuta davanti alla fermata della metropolitana. Abbiamo tolto le erbacce e sistemato il prato. Inoltre, fra i progetti che abbiamo realizzato, c'è anche la sistemazione di alcune panchine a piazza Mazzini, un'iniziativa svolta in collaborazione con alcuni percettori del reddito di cittadinanza».

 

Paolo, è uno di loro e racconta: «L'iniziativa è partita da Angelo Testa, che vive vicino questa piazza e che, come me, riceve il reddito di cittadinanza. Abbiamo coinvolto anche altre persone, per far capire, a chi da tempo ci giudica, che vogliamo realizzare qualcosa di utile per la nostra città».

 

Di attività da realizzare i ragazzi di Giovani Promesse ne hanno tante, così come tanto è l'impegne che ogni giorno dedicano alle loro attività partendo dalla loro sede, all'interno della parracchia di via Renato Imbriani, ma, vorrebbero uno spazio tutto loro. «Ciò che chiediamo alle istituzioni - spiega un altro membro dell'associazione, Raffaele Cosentino - è di poter avere una sede tutta nostra, dove poter organizzare maggiori attività per continuare il nostro lavoro. Viviamo in un quartiere con un alto abbandono scolastico, dove spesso si parla solo di baby gang e di motorini che sfrecciano a tutte le ore della notte, ma, il nostro quartiere può essere molto di più.»

 

I ragazzi dell'associazione, che ora conta all'incirca venti iscritti, continuano a lanciare il loro messaggio: «Siamo il futuro, ma anche il presente, dateci modo di poter portare avanti la nostra missione».

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Il Mattino