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Nei paesi occidentali circa l’8% della popolazione con più di 65 anni ha una demenza come l’Alzheimer. Oggi in Italia circa un milione di persone vive questa condizione. È quindi fondamentale favorire nuovi processi di inclusione attraverso soluzioni e - servizi innovativi - che rispondano realmente ai bisogni di cura delle persone con demenza e che siano anche di supporto per i loro familiari.
È da questa esigenza che nasce hOLDer, uno dei 36 progetti selezionati da iQ – «I Quartieri dell’Innovazione» dall’idea di un gruppo di giovani professionisti della psicologia e della riabilitazione. Il suo obiettivo è quello di sviluppare supporti digitali mirati a promuovere la riabilitazione cognitiva e favorire una continuità terapeutico-riabilitativa a casa, con l’aiuto della tecnologia. hOLDer intende offrire alle persone con demenza, che hanno bisogni comunicativi complessi, e/o deficit cognitivi più o meno gravi, la possibilità di integrare le terapie con strumenti digitali come APP e software liberamente utilizzabili che comprendono dei trial di stimolazione cognitiva. Tale strumento si pone in continuità coi servizi assistenziali esistenti. Il progetto consente di rispondere a un bisogno relazionale anche delle famiglie, consentendo di utilizzare il tempo passato insieme su attività che siano da un lato utili alla persona con deterioramento cognitivo e dall’altro utile al familiare per relazionarsi al proprio caro.
Come afferma Agostino Borroso, presidente di Tamlab – l’impresa sociale che ha dato vita a hOLDer – «L’idea di creare un app dedicata ad attività di training cognitivi è arrivata nel periodo pandemico, quando da un giorno all’altro abbiamo dovuto interrompere le terapie alle persone con demenza.
Il gruppo è composto da professionisti giovani, dai 25 ai 40 anni, ma già con anni di esperienza nel settore di riferimento come psicologi, musicoterapeuti e professionisti specializzati in stimolazione cognitiva o neuropsicologia. Un’altra barriera che hOLDer si pone di abbattere è quella delle disparità economiche, che spesso, non consentono a tutti di avere i giusti trattamenti clinici, negando ad ampie categorie di persone il diritto alla salute. In base a questa condizione hOLDer si pone di offrire a più persone possibili i giusti trattamenti a cui hanno diritto ed ai professionisti del settore uno strumento per garantire e migliorare un elevato standard qualitativo delle attività proposte. In questo modo il professionista, spesso soggetto a burnout, ha strumenti che lo aiutano nel lavoro è può concentrarsi sugli elementi imprescindibili di un’attività riabilitativa: la relazione con l’altro. Attualmente è stata avviata la programmazione. L’app, che sarà lanciata negli store entro fine anno, è ora in fase di beta testa somministrato agli utenti con demenza di enti partner.
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