Napoli, gli studenti dell'Unisob dicono la loro su pandemia e guerra

Napoli, gli studenti dell'Unisob dicono la loro su pandemia e guerra
«La preoccupazione è fortissima. Abbiamo paura che il conflitto si allarghi e che possa vacillare la tenuta di molte democrazie anche in Europa»....

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«La preoccupazione è fortissima. Abbiamo paura che il conflitto si allarghi e che possa vacillare la tenuta di molte democrazie anche in Europa». All’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, che sin dall’inizio della guerra in Ucraina si è tappezzata in ogni sua sede con le bandiere arcobaleno per la pace, i timori che si registrano tra gli studenti vanno ben oltre l’attuale conflitto tra Russia e Ucraina e si iniziano ad immaginare scenari nefasti a livello globale. Sui suoi canali social l’Ateneo napoletano ha pubblicato un video con le voci di alcuni suoi studenti dei diversi corsi di laurea intercettando quel forte disagio che già si era percepito alle prime notizie sullo scoppio della guerra in Ucraina. «Siamo passati da un giorno all’altro dallo spettro della pandemia a quello della guerra». È una delle constatazioni più amare e ricorrenti tra gli studenti. Un disagio ancor più forte proprio per questo drammatico accanimento degli eventi che aveva sottolineato già il Rettore del Suor Orsola lanciando l’iniziativa dei luoghi del sapere per la pace.

«Mai come in questo momento - aveva evidenziato il Rettore - anche in Italia i nostri giovani hanno bisogno di messaggi di fiducia e di speranza, perché proprio nei giorni in cui stavano uscendo, come tutti noi, da un periodo terribile che li ha privati della loro socialità, che li ha fatti addirittura temere per la propria vita e per quella dei loro cari, si sono ritrovati ad essere anche continuamente bombardati da notizie ed immagini terribili su una guerra che sentono fortemente vicina e fortemente pericolosa per le conseguenze che può scatenare anche a livello internazionale».

«Il messaggio di pace lanciato dalla mia Università in maniera così forte a livello visivo e comunicativo mi ha fatto sentire vicina ed unita non solo al popolo ucraino ma anche alla mia comunità accademica», racconta Chiara nel suo videomessaggio inviato dalla Spagna, da una delle aule dell’Università di Cadice dove è attualmente impegnata con il progetto Erasmus. Un senso di vicinanza’e solidarietà che, come sottolinea giustamente Gabriella, studentessa di Scienze della comunicazione, «in questo momento deve essere esteso anche a tutte quelle popolazioni, dal Libano allo Yemen, fiaccate da anni di conflitti mediaticamente e politicamente meno attenzionati». I timori più forti degli studenti, evidentemente ben consapevoli delle lezioni della storia, sono rivolti alla tenuta del sistema democratico occidentale che potrebbe vacillare sotto i colpi da tiranno di Putin perché spesso nei momenti di caos e difficoltà anche nei Paesi di forte tradizione democratica si rischiano derive autoritarie poi non facilmente reversibili.

Nelle voci degli studenti del Suor Orsola c’è anche la lucida analisi di uno dei punti cardine per ritrovare una pace stabile in Europa. «Serve un’Unione Europea molto più forte e molto più unita sia da un punto di vista politico che militare». E intanto mercoledì 9 marzo in occasione dell’avvio delle lezioni del secondo semestre accademico l’Università Suor Orsola Benincasa ha organizzato una riflessione dedicata al tema de «Il ruolo geopolitico del Mediterraneo al tempo della guerra in Ucraina». L’appuntamento è fissato alle ore 15.30 nella Biblioteca Pagliara dell’Ateneo napoletano. Ad introdurre la riflessione ci saranno il Rettore del Suor Orsola, Lucio d’Alessandro, e il direttore scientifico del Centro Internazionale di Ricerca Francesco Saverio Nitti per il Mediterraneo, Fabrizio Manuel Sirignano.

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Il Mattino