Napoli, un'opera d'arte per l'Ospedale del Mare: così Carmelo ringrazia chi gli ha salvato la vita

Napoli, un'opera d'arte per l'Ospedale del Mare: così Carmelo ringrazia chi gli ha salvato la vita
Il dolore al petto, i primi accertamenti, poi la corsa in ospedale dove è stato operato al cuore. Tutto avvenuto in poche ore per Carmelo Raiti, un artista di Ponticelli,...

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Il dolore al petto, i primi accertamenti, poi la corsa in ospedale dove è stato operato al cuore. Tutto avvenuto in poche ore per Carmelo Raiti, un artista di Ponticelli, quartiere nella periferia orientale di Napoli, che ha vissuto sulla propria pelle l'ansia dell'emergenza del coronavirus condivisa con medici, infermieri e operatori dell'Ospedale del Mare di Napoli Est. Ora che ha recuperato le forze vuole ricambiare la vicinanza e testimoniare la professionalità delle persone che lo hanno curato con un'opera d'arte che ha realizzato pensando a tutto ciò che ha vissuto.


«Ho ricevuto una assistenza impeccabile» tiene a dire Carmelo prima ancora di raccontare ciò che gli è accaduto. La sera dello scorso 8 aprile il 75enne è stato ricoverato nel nosocomio di Napoli Est per angina, ovvero un dolore al torace provocato dall'afflusso insufficiente di sangue al cuore. Subito ricoverato in terapia intensiva per tre giorni, poi il delicato intervento e poi ancora due giorni sott'osservazione. Siamo nel periodo più delicato dell'emergenza sanitaria e bisogna prestare la massima attenzione per evitare possibili contagi. Difatti anche Carmelo è stato sottoposto al tampone nasofaringeo e al test sierologico e solo dopo l'esito negativo al virus è stato trasferito nel reparto di cardiologia con dimissione a metà aprile.
 
Dietro le mascherine e le visiere protettive di medici e infermieri Carmelo ha trovato persone con tanta professionalità e, soprattutto, enorme disponibilità nonostante una certa diffidenza dovuta proprio alla paura di contagio e alla necessità di attuare tutte le necessarie precauzioni previste dai protocolli. L'assistenza ricevuta e la gentilezza degli operatori gli hanno fatto superare i racconti stereotipati di molti conoscenti «che parlano per sentito dire», sottolinea Carmelo. L'organizzazione e l'efficienza della struttura ospedaliera di Ponticelli hanno meravigliato positivamente l’uomo che, oltre alla competenza nel giovane personale sanitario, ha notato anche l'importante lavoro svolto per assicurare la giusta accoglienza e la pulizia dei vari locali. Tutte condizioni che lo hanno rasserenato facendogli vivere quei giorni con la giusta tranquillità. I suoi famigliari hanno potuto conoscere lo stato di salute solo attraverso le telefonate coi medici visto che era vietato accedere al reparto.
 
L'idea di realizzare un'opera d'arte gli è venuta proprio mentre osservava, dalla finestra della sua stanza d'ospedale, i lavori per la realizzazione del "Covid center", un reparto provvisorio costruito esternamente, accanto il parcheggio del nosocomio. Mentre con gru e decine di tecnici e operai si montavano i moduli prefabbricati, Carmelo ha immaginato il quadro che ha realizzato a casa trasferendo sulla tela le proprie emozioni. É l'immagine di un medico dagli occhi azzurri e col volto consumato dal lavoro estenuante, legato o forse slegato dai fili verdi, colore che richiama quello dei camici ospedalieri ma anche emblema della speranza. É un operatore che faticosamente si libera del pipistrello, l'animale che ha portato il virus verso l'uomo, simbolo degli stati d'animo più cupi dell'essere umano. L'opera è la metafora della battaglia della scienza contro il nemico invisibile che ha provocato migliaia di decessi. Lo sfondo è un universo luccicante che simboleggia la potenza della scienza, o meglio della ricerca scientifica, l'unica “arma” con la quale si potrà trovare una soluzione alla malattia, secondo Carmelo. É anche l'immagine della resistenza che ci trasmette la visione realistica di un paziente in periodo di coronavirus, quella di una lotta comune e piena di sacrifici.


Carmelo vuole donare il quadro, ottanta per sessanta centimetri, al reparto covid dell'Ospedale del Mare per testimoniare la sua vicinanza a tutto il personale impegnato in prima linea in questo periodo d'emergenza sanitaria. Raiti, siciliano d’origine, dopo aver lavorato per una importante azienda di telecomunicazione, oggi in pensione, si dedica costantemente all'arte. É una passione che ha iniziato a coltivare negli anni del liceo artistico a Napoli. Alle spalle mostre, iniziative e premi. Anche questa volta ha usato la pittura per esprimere se stesso ma oggi vuole lasciare un segno e rendersi testimone del lavoro indispensabile per sconfiggere il virus. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino