I soldi destinati ai bambini autistici e malati oncologici sarebbero stati spesi per comprare un attico di 210 metri quadrati in via San Nicola da Tolentino, nel centro di Roma....
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Il monsignore nel 2012 è stato sollevato dall'incarico quando si seppe dell'indagine per un ammanco milionario nei conti della diocesi. Miccichè, indagato per appropriazione indebita e malversazione dei fondi dell'8 per mille, nel frattempo si è trasferito a Roma dove serve messa alla Confraternita dei siciliani. Lui si difende: «Ho scoperto la pericolosità di una mafia ecclesiastica non meno potente, insidiosa e nefasta della mafia che il sistema giudiziario in Italia è impegnato a contrastare».
È ancora aperta, contrariamente a quanto riportato erroneamente in precedenza, l'inchiesta a carico dell'ex vescovo di Trapani, Francesco Miccichè, rimosso dall'incarico due anni fa per le accuse di appropriazione indebita e malversazione che ruotano attorno alla gestione poco trasparente dei fondi dell'8 per mille di cui Miccichè - secondo l'ipotesi accusatoria - si sarebbe in parte appropriato. L'indagine, aperta nel 2012, si intreccerebbe con altre inchieste sulla gestione dei centri di accoglienza per gli immigrati da parte di un insieme di cooperative e associazioni che fanno capo alla Caritas e con un'inchiesta sulla massoneria. A giugno Miccichè era stato rinviato a giudizio per il reato di diffamazione e calunnia nei confronti di un altro sacerdote, don Antonino Treppiedi, che in un primo tempo era stato indicato dal vescovo come il responsabile degli ammanchi in Curia. Anche per queste accuse rivolte dall'ex vescovo al sacerdote l'inchiesta è ancora aperta. Si è invece estinto il processo per diffamazione a carico di Miccichè, come spiega l'avvocato del presule Mario Caputo, per la rimessione della querela da parte di Treppiedi avvenuta negli scorsi giorni. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino