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Allarme sanitario nelle zone alluvionate dell’Emilia Romagna. In particolare bisogna fare molta attenzione nelle aree in cui l’acqua ancora non se ne è andata e sta ristagnando ormai da una settimana. E c’è un’altra incognita. Si tratta dei quintali di rifiuti - dai divani agli elettrodomestici, dai mobili ai materassi, tutti distrutti - rimossi dalle case allagate e, necessariamente, lasciate sul ciglio della strada dove si sono formate alti cumuli. Spiega la vicepresidente dell’Emilia-Romagna: «Per quanto riguarda i rifiuti e i detriti la situazione è molto complessa». Vediamo cosa dicono le autorità sanitarie. «Le acque alluvionali possono essere contaminate da reflui provenienti da sistemi fognari o da sostanze chimiche e da rifiuti agricoli o industriali con possibili impatti sulla salute».
A spiegarlo è un vademecum, diffuso dal Servizio sanitario regionale dell’Emilia-Romagna. Che dice una cosa molto semplice: tra i rischi possibili, c’è quello del tetano. Se non siete stati vaccinati negli ultimi dieci anni, andate a farlo.
Per questo spiegano le autorità sanitarie, a Conselice , Cervia, Faenza e Ravenna sarà possibile effettuare la vaccinazione anti-tetan. A chi in questi giorni è impegnato a ripulire le proprie case invase da acqua e fango, ma anche alle migliaia di volontari che stanno aiutando generosamente la popolazione, viene anche spiegato: «Ricorda di proteggere te stesso durante le operazioni di sgombero e/o pulizia: non esporti a situazioni a rischio e non compiere azioni o manovre che possono compromettere la tua sicurezza o quella di altri volontari». Va detto che l’Istituto superiore di sanità ha comunque escluso che vi siano pericoli immediati per la salute nelle zone alluvionate. Dice Luca Lucentini, direttore del reparto Qualità dell’acqua e salute dell’Iss: «Non sussistono situazioni di allarme sanitario».
In sintesi: prudenza, ma senza allarmismo. Il vademecum diffuso dal servizio sanitario dell’Emilia-Romagna indica anche altre insidie. «Infezioni gastrointestinali: quando l’alluvione impatta sul sistema fognario e sui reflui, c’è un maggiore rischio di contrarre infezioni a carico del sistema gastrointestinale che si manifestano con vomito e/o diarrea. Ricorda di non toccare occhi, naso e bocca con le mani sporche di fango e ogni volta che è possibile lavati con acqua e sapone». Ancora: «Muffe e spore: con il passare dei giorni, l’acqua e l’umidità possono dare origine a muffe e spore pericolose per la salute. Far areare gli ambienti. Nel caso di contatto ravvicinato con superfici coperte da muffe copriti naso e bocca con un panno o con una mascherina meglio se FFP2». Altri consigli: evitare il contatto di ferite con l’acqua stagnante, usare sempre stivali di gomma prima di immergersi, tenere lontano i bambini («evitare rigorosamente che giochino con l’acqua e il fango»).
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