«Bonavitacola ospite per mesi nella suite»

«Bonavitacola ospite per mesi nella suite»
Avrebbe alloggiato per mesi nella suite del Grand Hotel di Salerno, quanto basta a spingere la Procura a compiere verifiche su tariffe, modalità di pagamento e sulle...

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Avrebbe alloggiato per mesi nella suite del Grand Hotel di Salerno, quanto basta a spingere la Procura a compiere verifiche su tariffe, modalità di pagamento e sulle segnalazioni trasmesse di volta in volta in Questura (come richiesto a una qualsiasi struttura alberghiera). 

È questa l’ipotesi di corruzione che ha spinto la Procura di Napoli ad indagare su Fulvio Bonavitacola, vicepresidente della Regione Campania, in un fascicolo che vede coinvolti anche altri nomi del mondo amministrativo e del mondo imprenditoriale.
Due filoni di indagine (turbativa d’asta e corruzione), quattro indagati eccellenti, tra esponenti del mondo politico amministrativo e imprenditoriale. È l’inchiesta sulle universiadi, il grande evento sportivo ospitato in Campania la scorsa estate, portato a termine grazie alla regìa della Aru (agenzia regionale delle universiadi). Quattro mesi dopo la fine dei giochi universitari, la Procura scopre (in parte) le carte, con blitz e perquisizioni mirate. 
Fatto sta che accanto a Bonavitacola, risultano sotto inchiesta l’amministratore unico dell’immobiliare che gestisce il Grand Hotel di via Lungomare Tafuri, il manager Rocco Chechile; ma anche la referente di Bonavitacola, vale a dire Anna Paola Voto, indicata dalla Procura come diretta esecutrice della volontà politica del vicepresidente della Regione. Poi c’è il filone imprenditoriale, nel corso del quale viene iscritto nel registro degli indagati (con l’accusa di corruzione e di turbativa d’asta) anche Gianluigi Aponte, 79enne imprenditore sorrentino a capo di Msc crociere, un colosso mondiale nel campo delle compagnie di navigazione. 
Difeso dall’avvocato Alfonso Maria Stile, Aponte non è intervenuto nella fase di definizione del contratto con la Regione ed è pronto a dimostrare la correttezza della propria condotta di manager, al riparo da ipotesi di favori o accordi sotto banco. Fatto sta che la Procura di Napoli ha mandato a perquisire gli uffici della Msc di via Depretis. 

LE ACCUSE
Quattro nomi, due filoni investigativi, conviene fare chiarezza, a partire da una domanda: cosa cercano gli inquirenti negli uffici della Msc crociere? In sintesi, si punta ad approfondire i rapporti tra esponenti della pubblica amministrazione e i vertici della compagnia che ha ottenuto l’appalto per realizzare il villaggio olimpico sulle navi crociera ormeggiate nel porto di Napoli. Sono gli stessi pm a ipotizzare possibili anomalie nella definizione del contratto con la Msc, tanto da scrivere nel decreto di perquisizione che la stessa Msc «si è aggiudicata la gara con modalità oggetto di approfondimento». Come è noto, per mesi gli enti locali si sono scontrati sul luogo in cui allestire il villaggio: in un primo momento, si era pensato a creare delle casette nella Mostra d’Oltremare, mentre alla fine lo staff regionale decise per il porto di Napoli. Un tira e molla che impose tempi serrati e trattative d’urgenza, al termine delle quali vennero individuate due compagnie di navigazione, tra cui la Msc che mise a disposizione di atleti e staff la Lirica Msc. E non è un caso che gli inquirenti hanno acquisito documenti degli ospiti della Lirica Msc tra il 3 e il 14 luglio scorso, vale a dire per tutta la durata della manifestazione. Cosa cercavano gli inquirenti? Chi è stato ospitato sulla Msc crociere? Inchiesta condotta dai pm Francesco Raffaele e Henry John Woodcock, sotto il coordinamento del procuratore Giovanni Melillo, verifiche in corso anche sul ruolo della Voto, indicata come braccio destro di Bonavitacola, per sgomberare il campo da ipotesi di scambi di favori o utilità sia con la Msc, sia con un’agenzia di viaggi. 

FAVORI E UTILITÀ

Ci sono stati scambi di utilità tra funzionari pubblici e soggetti privati, all’ombra del ticket universiadi? È la stessa domanda posta sul filone salernitano, che ha spinto i pm ad acquisire documenti nel Grand Hotel Salerno, ma anche nel Lloyd baia hotel di Vietri. È così che agli atti delle indagini sono finiti il registro dei pagamenti comprensivi dei pernottamenti di Fulvio Bonavitacola e i pagamenti riferiti alle tre notti riservate a una parente dello stesso Bonavitacola, tra giugno e luglio (con tanto di ricevute intestate a «ospite casa»). Blitz mirati, dalle carte dell’inchiesta emerge l’ipotesi che la Procura punta a verificare, in relazione alla circostanza secondo la quale «da mesi Bonavitacola alloggerebbe nella suite dell’hotel salernitano». Condizionale doveroso, in uno scenario che merita una precisazione: perquisizioni e sequestri non sono condanne definitive ma restano uno strumento di verifica di ipotesi investigative. Tutti gli indagati potranno replicare alle accuse nel corso delle indagini. Ma è possibile che, a fronte di un appalto milionario, ci siano stati favori e «ospitate» da parte di albergatori e manager della navigazione? Inchiesta alla svolta, si attende lo spulcio di carte e registri acquisiti. 
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Il Mattino