Caivano: operaio schiacciato dai contenitori, sei indagati per omicidio colposo

Antonio Golino, morto sul lavoro a Caivano
Sono sei le persone indagate per omicidio colposo nell’ambito delle indagini sulla tragica fine di Antonio Golino, il 22enne di Marcianise morto in una cella frigorifera...

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Sono sei le persone indagate per omicidio colposo nell’ambito delle indagini sulla tragica fine di Antonio Golino, il 22enne di Marcianise morto in una cella frigorifera dell’azienda «M&C» di Pascarola in seguito al crollo di una pila di recipienti di plastica contenenti affettati e vaschette di salumi.

I provvedimenti, disposti dalla Procura di Napoli Nord, diretta da Maria Antonietta Troncone, riguardano titolari e amministratori delegati della «M&C», proprietaria del capannone frigo, e gli omologhi della «In Joint», società satellite della «M&C», per conto della quale cura la filiera logistica. Insieme ai manager delle aziende, hanno ricevuto l’avviso di garanzia anche i due medici del lavoro delle società. Gli avvisi sono stati notificati dai carabinieri della compagnia di Caivano, diretta dal capitano Antonio Maria Cavallo, ancora impegnati nelle indagini e in alcuni accertamenti predisposti dalla Procura aversana.

Due giorni fa, intanto, è stata eseguita l’autopsia da parte del perito incaricato dalla Procura, alla quale ha preso parte anche il consulente medico nominato dai genitori del ragazzo. Da quanto si è appreso, a provocare la morte di Antonio Golino sarebbero state le molteplici lesioni da schiacciamento che hanno interessato tutti gli organi interni, lesioni aggravate anche da numerose fratture. I periti hanno chiesto sessanta giorni di tempo per consegnare la relazione finale. Eseguito questo esame irripetibile, la Procura ha dissequestrato la salma, che è stata riconsegnata ai famigliari, intorno ai quali si è stretta tutta Marcianise nel corso del funerale celebrato nella parrocchia della Santissima Annunziata.

Al centro delle indagini sulle cause dell’incidente è il probabile cedimento strutturale delle piastre sulle quali viene di fatto bloccata la pila di recipienti di plastica dove vengono conservate le confezioni di prosciutto e di altri salumi prima che siano caricate sui camion per la distribuzione nelle maggiori reti di supermercati italiani. Questa, di fatto, resta la pista principale seguita dagli inquirenti. E un motivo c’è. Gli investigatori, oltre alle testimonianze di chi si trovava in quella cella frigorifera al momento del crollo della pila, hanno anche acquisito alcune immagini dell’impianto di video sorveglianza dell’azienda, materiale investigativo che ha escluso che la mattina dell’incidente gli addetti o gli operatori alla guida dei carrelli di carico si siano avvicinati alla pila, poi crollata proprio mentre passava Antonio Golino, morto sepolto da decine di pesanti contenitori sotto gli occhi della mamma e del fratello che lavoravano nello stesso turno del 22enne. Un dramma in una tragedia davvero assurda.
 

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Il Mattino