«Qua andate con la parlantina soft, lì andate “ad infami”». E ancora: «In questi tre negozi (due pub e una cornetteria) andate senza...
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Eccoli i presunti esponenti del terrore, raggiunti ieri dalla misura cautelare: Matteo Balzano, Giovanni Borriello, Angelo Contiello, Patrizio D’Aria, Gianluca D’Errico, Salvatore De Marinis, Salvatore Esposito, Gaetano Garnier, Francesco Gervasio, Ciro Mallardo, Giuseppe Marciello, Vincenzo Minervino, Alberto Natale, Christian Patierno, Angelo Pesacane, Alessio Peluso, Salvatore Sansone, Giovanni Scarpellini, Salvatore Scarpellini, Alessio Sepe, Pasquale e Salvatore Silvestri, Maria Trambarulo, Marco Valentino, Salvatore Velotti; mentre scatta il divieto di accesso e dimora nella regione Campania per Mariarca Bosti (moglie del presunto boss Luigi Pompeo), Maria Caiazzo, Vincenza Carrese, Cira Ciotola, Martina Torre; ordine di arresto anche per il pentito Luca Covelli.
Dal carcere partivano gli ordini, anche grazie a telefonini cellulari (spesso smartphone di ultima generazione). Agli atti finisce anche una videochiamata di Maria Trambarulo (ritenuta legata al clan Licciardi) che sta facendo shopping e si rivolge al compagno detenuto per un consiglio degli acquisti: si chiama Salvatore Silvestri ed è ritenuto uno dei reggenti della cosca dei capitoni di Miano. Cellulari nuovi, camorra social, grazie a whastapp e a facebook. Ma in questo scenario, i telefonini cellulari sono necessari anche e soprattutto per impartire ordini in merito alla gestione delle piazze di spaccio, al racket e al rafforzamento di equilibri criminali. In questo senso, vengono captate conversazioni anche con Pasquale Sibillo, boss della famigerata «paranza dei bimbi» del centro storico, nel tentativo di consolidare accordi di alleanza e all’insegna del mutuo soccorso. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino