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Avvocati “ associati” per delinquere. Cinque stimati professionisti, insieme al titolare di un Caf di Afragola, avevano messo punto un sistema, facile facile, per truffare l’Agenzia delle Entrate Riscossioni, ed intascare così i compensi dovuti per aver vinto ricorsi sulle cartelle esattoriali intestate persone del tutto ignare della “ magagna” o addirittura di persone decedute da anni. Grazie alla complicità totale del titolare del Caf di Afragola, ufficio da dove partiva il meccanismo fraudolento, gli avvocati finiti nel mirino della Procura della Repubblica di Napoli Nord, entravano in possesso di false deleghe, degli estratti di ruolo intestate a persone completamente estranee alla vicenda.
Grazie a questo passaggio i cinque avvocati, ai quali nel corso degli anni se ne sono aggiunti altri, presentavano ricorsi a valanga, arrivando anche a frazionare i ricorsi, circostanza che consentiva a questa “ consorteria” dal codice facile, di riscuotere più onorari ai danni dell’Erario. dell’Agenzia delle Entrare Riscossioni, che al danno subiva anche la beffa. Quando a sentenza emessa, e appena scaduti i termini per il pagamento degli onorari disposti dal Giudice di Pace, questi avvocati con il vizio della truffa, facevano scattare immediato, il provvedimento di messa in mora dell’Agenzia delle Entrate Riscossioni. O, come è avvenuto per un contenzioso con Poste Italiane, uno di questi legali, secondo quanto accertato dalle indagini, ha presentato ricorso avverso il mancato pagamento delle spese legali, pur avendole già incassate. Uno scandalo, durato circa dieci anni, e che in qualche modo spiega il perché la Campania detiene il record dei ricorsi per le cartelle esattoriali.
Per cinque avvocati indagati, A.A.41 anni di Caivano, per suo marito C.R. 40 anni, - ritenuto uno dei promotori - P.B., 43 anni di Pozzuoli, G.A. 47 anni di Afragola, L D’A 47 anni, di Afragola e per S.P., 47 anni, di Frattamaggiore, titolare del Caf, il reato ipotizzato è quello di associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata ai danni dell’Agenzia delle Entrate Riscossione, falso per induzione, falsità ideologica in certificati e anche di indebito utilizzo dei dati dei contribuenti, reato previsto dalle norme sulla privacy. Per gli altri indagati, una ventina i legali e una quindicina di “ estrattori”, i reati ipotizzati vanno dalla truffa aggravata e continuata, falsità ideologica in certificati e violazione delle norme sulla privacy per l’indebito utilizzo dei dati persona, codice fiscale compreso. L’indagine, che ha coperto un arco di tempo che va dal 2013 e fino a tutto luglio del 2021, è scattata in seguito ad una circostanziata denuncia sporta dalla stessa Agenzia delle Entrate Riscossioni, i seguito a verifiche e riscontri sull’abnorme volume di ricorsi presentati quasi sempre dagli stessi legali all’ufficio del Giudice di Pace di Afragola, Caivano, Crispano, Mugnano di Napoli. Nel corso delle indagini, almeno una quarantina di persone destinatarie delle cartelle esattoriali per le quali era stato presentato il ricorso, convocate in Procura sono cadute dalle nuvole e non hanno riconosciuto come propria la firma apposta al ricorso. Prossimo round giudiziari, il sette dicembre prossimo, data fissata dal gup Fabrizio Forte del Tribunale di Napoli Nord, per l’udienza preliminare, al termine della quale, gli attuali indagati, corrono il rischio di essere processati o nel migliore dei casi, il gup potrebbe anche decidere l’archiviazione.
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