«Mentre Antonio moriva, al pronto soccorso litigavano». Le parole di Raffaele Scafuri - il padre del ragazzo di 23 anni morto dopo aver atteso quattro ore (in codice...
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La gravità della doppia denuncia - del responsabile del pronto soccorso del Loreto Mare e del padre di Antonio - è tale da richiedere accertamenti immediati, a tutti i livelli, per fare chiarezza sull’episodio e restituire serenità a tutti coloro che hanno il diritto di entrare in un pronto soccorso senza trovarvi una giungla, o fazioni contrapposte di camici bianchi, ma livelli di assistenza - e di umanità, prima ancora - degni di una città normale e di un paese civile. Il ministro Lorenzin ha già inviato una task force al Loreto Mare per accertare quanto accaduto. Saranno gli ispettori del ministero, gli inquirenti della Procura e l’indagine della Asl a distinguere le singole responsabilità e stabilire se la vita di Antonio poteva essere salvata. Se quanto descritto nella denuncia venisse confermato, è del tutto evidente che i comportanti omissivi e negligenti del personale sanitario che ha preso in consegna il ragazzo non potranno essere tollerati né derubricati a semplice «disattenzione». Ci troveremmo di fronte a gravissime violazioni deontologiche che richiederebbero provvedimenti punitivi esemplari. C’è un filo, tutt’altro che invisibile, che unisce quanto accaduto la notte tra il 16 e il 17 agosto al Loreto Mare con lo stato comatoso in cui versano molti ospedali cittadini, prossimi al collasso. Però va anche detto che di fronte a episodi del genere vale poco urlare alla luna e puntare l’indice contro la disorganizzazione dei reparti, l’inadeguatezza dei manager o la carenza di risorse. Qui le risorse non c’entrano. Un lavoro altamente specializzato come quello nei fronti caldi dei pronto soccorso richiede - innanzitutto - un impegno e una dedizione totali, senza se e senza ma, nervi saldi e comportamenti esemplari (o quanto meno decenti) sul piano dell’umanità e della correttezza dei rapporti tra personale e utenti.
Poi ci sarà, ovviamente, tempo e modo per tornare a parlare del disastro della sanità in Campania, della rovinosa posizione della nostra regione nella classifica dei livelli essenziali di assistenza (Lea), delle duplicazioni inutili, delle formiche sui letti, degli sprechi e delle barelle, dei ritardi sul fronte delle diagnosi precoci, dei furbetti del cartellino - che proprio al Loreto Mare sono stati al centro di una clamorosa inchiesta nei mesi scorsi - e, in definitiva, di una qualità dell’assistenza che in Campania viaggia da tempo al di sotto dei livelli di guardia.
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Il Mattino