Il divieto di dimora notificato ai parcheggiatori-estorsori segna un punto di svolta nell’azione di contrasto a un fenomeno lasciato, finora, libero di proliferare. Nel...
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Quanti colpi a vuoto nella battaglia contro i pirati della sosta: basterebbe ricordare il numero verde pubblicizzato in tutte le salse e rimasto a prendere polvere in una stanza in ristrutturazione del comando dei vigili. Perché le accurate indagini che hanno portato ai divieti di dimora segnano un punto di svolta? Perché dimostrano in modo evidente come il controllo del territorio da parte dei parcheggiatori (quasi un’occupazione militare in alcuni quartieri) non si fondi solo sull’acquiescenza dei cittadini (dunque su una sorta di patto collusivo tra questi ultimi e gli abusivi) ma anche, nella maggioranza dei casi, sul ricatto e sulla paura. A questi due fattori - ricatto degli abusivi-estorsori, paura dei cittadini - bisogna aggiungerne un terzo: l’assenza dei poteri di contrasto e il ruolo del tutto marginale assunto, nella battaglia contro gli abusivi, dai vigili urbani. Cioè da coloro che dovrebbero occupare la prima linea. Se l’esercito dei parcheggiatori, nonostante i proclami, continua a crescere è perché può contare, in molte zone della città, sulla garanzia dell’impunità.
Ogni volta che il controllo legale del territorio arretra, quello illegale avanza.
Il Mattino