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Sono uno dei docenti «over 65» in servizio dimenticati dalle istituzioni. Una amara realtà, senza appello. Anch’io sono un “fante” di quella “truppa” che spruzza rabbia e impotenza di fronte ad un «abuso d’ufficio» al quale non ci sarebbe rimedio, perché esclusi dal piano delle vaccinazioni del personale della scuola per la prevenzione del Covid-19. Nella mia scuola siamo in cinque, tre docenti e due del personale Ata, ma il numero dei soggetti interessati non è importante, siamo in “buona compagnia”.
Con noi c’è l’attuale vicepreside, classe 1954, come me. Dopo aver risposto in maniera puntuale all’invito della scuola a manifestare la volontà di vaccinarmi, consolidata con l’adesione alla piattaforma della Soresa, regolarmente recepita, ho cominciato a percepire le prime perplessità sull’esito della convocazione “promessa” con l’email inviata dall’indirizzo dpi.covid19@regionecampania.it («Si conferma la corretta registrazione alla campagna di vaccinazione anti-Covid-19.
Ho cominciato a chiedere informazioni ovunque. Al Liceo, lo staff della dirigente ha espletato in maniera corretta la parte di competenza, ho avuto conferma dell’adesione, comincio a rincorrere nei meandri della rete l’informazione utile per reperire lo spiraglio giusto, sulla mancata convocazione. Nelle stesse ora arriva la lettera del neo ministro dell’Istruzione, Fabio Bianchi. «Carissime e carissimi…», scrive di proprio pugno. Poi, aggiunge: «esprimo la mia gratitudine a ciascuno di voi per l’importante lavoro svolto in questo anno di pandemia…». Grazie, ma le parole sono in stridente contrasto con la realtà. Noi docenti «over 65» non rientriamo nella fascia protetta delle vaccinazioni, eppure il ministro, nella stessa lettera, sottolinea che «abbiamo l’onore e la responsabilità di metterci al servizio della Scuola e conosciamo l’enorme sfida che ci attende…».
Gratitudine, onore, belle parole, ma la realtà non ammette repliche al “vecchio” docente «over 65», dimenticato dalle istituzioni. Come fare per sapere che ne sarà della “propria” vaccinazione, annunciata come riservata al personale della scuola?. Non rimane altro che inviare un messaggio al coordinatore del piano di vaccinazioni dell’AslNa3. Dopo due giorni, opportunamente sollecitato, mi risponde con un lapidario “vocale”: «In ogni caso, male che vada, può essere ripescato con la popolazione normale ultra sessantacinquenne». Insisto: «Non ho capito, per ora non se ne parla?». Risposta «Non ho indicazioni». Non è facile manifestare le sensazioni di fronte di fronte all’inerzia di una situazione che rasenta l’incredibile. Poi, prevale la ragione, mi fermo un attimo e mi rendo conto che c’è un solo vaccino che può essere praticato agli over 65, è il Pfizer. Quindi, non rientro nella fascia “protetta” dei docenti che dovrebbero tornare a scuola in “presenza”. Raccolgo la solidarietà di tutto il mondo della scuola, dirigenti, colleghi, genitori e alunni. A che serve?
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