Crespo: «Noi bomber d’Argentina grandi perché abbiamo fame»

Crespo: «Noi bomber d’Argentina grandi perché abbiamo fame»
S’intende di gol come pochi: quasi duecento in Italia nel suo girovagare tra Parma, Lazio, Milan, Inter e Genoa. Terzo...

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S’intende di gol come pochi: quasi duecento in Italia nel suo girovagare tra Parma, Lazio, Milan, Inter e Genoa.


Terzo bomber di sempre della nazionale argentina dopo Batistuta e Maradona. Hernan Crespo ha smesso di giocare due anni fa, ha sperimentato il ruolo di commentatore televisivo e dalla scorsa estate allena la Primavera del Parma. Nessuno più e meglio di lui può fare la radiografia ai bomber del campionato: i primi quattro sono suoi connazionali. «L’Argentina sforna grandi centrocampisti ed eccellenti attaccanti da una vita: è il marchio doc del nostro calcio. Prima Kempes, Bertoni, Maradona, poi Batistuta, il sottoscritto, adesso Messi, Higuain, Tevez».



Passano tutti da noi.



«Gli argentini hanno quasi tutti sangue italiano e sanno adattarsi benissimo a questo calcio. Anche Lavezzi e Pastore prima di finire a Parigi giocavano in Italia».



Sangue e discendenze a parte, ci sarà pure una ragione tecnica.



«Il mio Paese è in assoluto quello che esporta il maggior numero di calciatori. Gli attaccanti si formano bene perché da noi c’è voglia di affermarsi, c’è fame. Fa piacere vedere che dettano legge in Italia e non solo. Abbiamo dimenticato Aguero in Inghilterra. Parliamo, comunque, di una nazione che sforna talenti a ripetizione e che non a caso è rappresentata da una Nazionale vicecampione del mondo».



Non c’è traccia di italiani in vetta alla classifica dei cannonieri.



«Questo mi sorprende. Mancano i Di Natale, i Totti o i Casiraghi e i Signori dei miei tempi: tutta gente in grado di garantire venti reti a stagione».



Tevez non si ferma più.



«Giocatore collaudato, ha fatto bene in patria e in Inghilterra. Alla Juventus si sta solo confermando».



Poi c’è Higuain: se segna lui, il Napoli va.



«Esatto. Quando mancano i suoi gol, la squadra va in affanno. Dopo essersi messo in evidenza nel Real Madrid, non poteva che ripetersi. Il suo rendimento è una logica conseguenza della maturità acquisita».



Dybala e Icardi sono le sorprese della stagione.



«Mica tanto. Seguo Dybala dai tempi della serie B argentina, ha sempre fatto gol. Ha trovato in Vazquez, altro argentino, la spalla ideale per evidenziare le sue potenzialità. È l’ennesima dimostrazione che Zamparini è bravo e abile come pochi nel pescare giovani talenti. E c’è Palacio mezzo acciaccato che gioca poco, altrimenti facevamo cinque su cinque».



Tevez e Higuain sono i simboli di Juventus e Napoli.



«Rispetto alle rivali, queste due formazioni giocano in funzione dei loro bomber. Le altre, la Roma ad esempio, distribuisce il numero di gol tra più giocatori».



È stata la domenica del Pipita: gol, Lazio battuta, terzo posto e la dichiarazione che a Napoli è felice.



«Il modo di giocare della squadra lo esalta, Benitez pratica un calcio spettacolare, con una mentalità europea. Il reparto offensivo degli azzurri è di primissima qualità, è più facile segnare quando al tuo fianco hai Callejon, Hamsik, Mertens o Insigne. Prendiamo Zapata, attaccante bravo e di prospettiva, che altrove farebbe il titolare: non viene utilizzato molto perché per sua sfortuna è la riserva di Gonzalo».



Resterà Higuain?



«Se lo ha detto è perché questo è il suo desiderio. È chiaro che partecipare o meno alla Champions ha un peso rilevante, inutile girarci intorno».



Chi vincerà la classifica dei cannonieri?



«Credo che fino alla fine sarà duello tra lui e Tevez perché giocano nelle squadre più forti».



Titolo ancora alla Juventus?



«Speriamo che questa non sia l’inizio della solita fuga bianconera. Tocca alla Roma accorciare le distanze e restituire maggior interesse al campionato».



La vera incertezza sembra quella per il terzo posto.



«Napoli leggermente favorito. Ma la Lazio non mollerà, la Fiorentina è rientrata e le milanesi si avvicineranno».



La squadra di Benitez ha deluso?



«Poteva fare di più. Se non avesse regalato tanti punti, oggi sarebbe in piena corsa per lo scudetto. Il Napoli dipende da sé stesso».



E da Higuain ovviamente.



«Scommettete facile sul Pipita, i suoi gol li farà sempre».
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Il Mattino