Vogliono capire se c’erano finanziamenti utili ad evitare lo scempio di questi giorni. O meglio: vogliono stabilire se c’erano finanziamenti pubblici da spendere, se...
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Una delibera destinata a finire al centro del fascicolo, che punta anche a verificare eventuali responsabilità nel dissesto idrogeologico che sta a monte di crolli e smottamenti, che hanno poi provocato il trasferimento di parte dei tesori della storica farmacia in altri musei cittadini.
Inchiesta affidata a specialisti del ramo, ai carabinieri del nucleo tutela dei beni monumentali, che ora hanno il compito di acquisire atti e snodi amministrativi di finanziamenti stanziati e - probabilmente - mai cantierati: soldi sbloccati da una delibera, ma mai utilizzati per la messa in sicurezza di un sito riconosciuto dall’Unesco. Si lavora a ritroso, a partire dai rapporti tra la Regione (cui spetta la gestione iniziale dei fondi europei per la riqualificazione del nostro centro storico) e il Comune di Napoli, a partire dalla delibera del 22 maggio del 2014.
Provvedimenti amministrativi destinati ad essere passati al vaglio della magistratura. Come l’atto del tre novembre del 2014, in cui si parla di bando di gara, che spinge la Procura a fare una domanda iniziale: sono stati banditi i lavori? Ci sono stati degli appalti per la riqualificazione della farmacia del Settecento o siamo rimasti fermi a un livello programmatico? Stessa attenzione da parte della Procura nei confronti dell’Asl Napoli uno, che - come è noto - ha la gestione degli ospedali monumentali cittadini.
Intanto, la Procura si muove anche su altri versanti. È stato creato un pool di esperti per monitorare lo stato dei luoghi e studiare le cause degli smottamenti. Si chiama Luciano Nunziante lo specialista a cui tocca il ruolo di presidente del collegio che dovrà affrontare il caso sotto il profilo del dissesto idrogeologico.
Anche su questo versante, si parte da un episodio legato al passato più o meno recente, vale a dire un primo crollo registrato nella zona degli Incurabili che risale a un anno fa. Un episodio che avrebbe dovuto allertare un po’ tutti, provocare immediate contromosse che, almeno a giudicare dagli eventi di queste settimane, non sembra che siano state messe in campo.
Come è noto, in questi giorni sono state sgomberate 21 famiglie dalle rispettive abitazioni all’interno del complesso, mentre i reparti di Chirurhia, Urologia, Medicina e Rianimazione (oltre a 23 pazienti) sono stati trasferiti nei locali dell’Ospedale del Mare di Ponticelli.
Uno scenario che ora attende risposte sul piano investigativo.
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Il Mattino