Disoccupare è possibile

Disoccupare è possibile
​Disoccupare la scuola è possibile. La mobilitazione dei presidi, lo sdegno collettivo dell’opinione pubblica per il drammatico episodio dell’Istituto Galiani, la...

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​Disoccupare la scuola è possibile. La mobilitazione dei presidi, lo sdegno collettivo dell’opinione pubblica per il drammatico episodio dell’Istituto Galiani, la pressione degli organi di stampa: sono questi gli elementi che hanno contribuito a ridurre, in pochi giorni, il numero delle scuole occupate a Napoli da una ventina a solo sei. Aggiungiamo due segnali positivi che non vanno sottovalutati. Il primo arriva dalle famiglie, finalmente pronte a reagire contro il sopruso e la violenza delle occupazioni vandaliche e delle devastazioni nelle scuole.




Ieri sono scesi in piazza perfino dei bambini per esprimere la loro rabbia di fronte al furto dei computer della scuola. Il secondo segnale parte dalle forze dell’ordine, da un questore che, dopo avere convocato i presidi, si è deciso a intervenire con fermezza, caso per caso, per impedire forme illegali di prevaricazione negli istituti scolastici.



Dunque, con la fermezza dei soggetti in campo, con la collaborazione di chi è più interessato a fermare la deriva, si può sconfiggere il gigante di carta, il rito di quelle occupazioni delle scuole che, come nel caso del Galiani, si traducono perfino in atti di terrorismo urbano. E ciò senza nulla togliere al diritto degli studenti di protestare, ma solo rimarcando il confine tra la legalità e la violenza distruttiva. Una violenza che nel caso delle scuole si è dimostrata eterodiretta, da specifici gruppi capaci di impadronirsi a macchia d’olio delle occupazioni e di piegarle ai loro interessi fuori legge. Un quadro di collusioni, con un'unica regia che, al momento, la Digos nega, mostrando una singolare convinzione rispetto alla logica dei fatti. Probabilmente è il caso che la mappa dei gruppi dell’antagonismo urbano venga aggiornata, prima che sia troppo tardi. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino