Chi candida gli ex Dema connivente dello sfascio

Chi candida gli ex Dema connivente dello sfascio
Ieri abbiamo segnalato la presenza, in città, di una strana figura mitologica - metà uomo, metà Carroccio - che aleggia sulla campagna elettorale in questa...

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Ieri abbiamo segnalato la presenza, in città, di una strana figura mitologica - metà uomo, metà Carroccio - che aleggia sulla campagna elettorale in questa torrida estate napoletana in cui tutto sembra possibile, anche che un partito come la Lega, pur di non indispettire il candidato Maresca, all’ombra del Vesuvio si riscopra improvvisamente “civico” (saranno le allucinazioni per il forte caldo). Ma a mano a mano che si avvicina la data delle elezioni - si dovrebbe votare il 3 ottobre - un nuovo spettro si aggira per la città: il “turismo elettorale”, ovvero la corsa dei transfughi di una stagione politica ormai finita (la lunga e fallimentare stagione di De Magistris) verso il comodo e accogliente ombrellone del candidato Manfredi. Si salvi chi può, ora che la nave affonda sono tutti bravi a fuggire. Nulla di nuovo, la politica napoletana è da sempre un luogo accogliente per i voltagabbana e i navigatori di poltrone. Colpisce però che a imbarcare il vecchio che avanza, offrendo ai transfughi ex Dema la possibilità di salire a bordo, siano proprio i critici più accaniti di quella stagione politica, ovvero i partiti di centrosinistra oggi riuniti dietro la bandiera dell’ex rettore, dato in testa in tutti i sondaggi.

Dev’essersi accorto del rischio lo stesso Manfredi, che si sta sperticando in dichiarazioni di principio - per ora soltanto quelle - per frenare l’assalto alla diligenza. Vengono prima le liste e poi i candidati, continua a ripetere come un mantra, pur di evitare che il suo schieramento assuma definitivamente l’aspetto di un carrozzone pronto a imbarcare trasformisti e trasvolatori di casacche. A tenere il conto, per adesso, è l’assessore Alessandra Clemente, che rischia di restare sola avendo già perso l’appoggio di tanti ex fedelissimi di De Magistris in fuga verso Manfredi o i Cinquestelle.

Al momento si contano già 15 consiglieri comunali pronti a saltare il fosso, per non parlare dei consiglieri municipali che hanno voltato le spalle al sindaco uscente. Siamo alla Babele, o se preferite alla politica “taxi driver”: c’è posto per tutti, pur di guadagnare qualche decina di voti in più.

Siamo abituati da tempo al lessico dell’opportunismo. Il deprimente spettacolo andato in scena negli ultimi mesi in consiglio comunale - i compromessi dell’ultima ora, gli accordicchi per non tornare a casa prima del tempo, gli scambi di amorose seggiole, le spallate a De Magistris prima annunciate e poi misteriosamente rientrate - ha svelato in tempi non sospetti il sottobosco di una classe politica disposta a tutto pur di rimanere a galla. Oggi molti protagonisti di quella stagione provano a cambiare casacca, assestando il colpo di grazia alla virtù della coerenza, che in politica è merce sempre più rara. Ei fu: siccome è morta, non ne parliamo più. Ma non occorre essere “anime belle”, di fronte a questo circo, per deprecare tanto i fuggitivi quanto chi li imbarca, allo scopo di gonfiare i muscoli (e le liste) per il voto di ottobre. Intervistato da Simona Brandolini per il Corriere del Mezzogiorno, ieri Manfredi ha affermato di non temere di essere fagocitato dalla politica napoletana. Ce lo auguriamo per lui, anche perché, per usare le sue parole, «se vogliamo rilanciare la città dobbiamo far fare un salto di qualità anche alla politica. Nuove persone, competenze, un taglio netto con il passato».

Ecco, un taglio netto. Soprattutto con chi ha portato la città all’irrilevanza nazionale.


Il giudizio sulla cosiddetta “rivoluzione arancione” lo darà la storia, anzi temiamo lo abbia già dato: una rivoluzione di Pan di zucchero, da paese delle fiabe che si ritrova sull’orlo del crac. E allora chi ha appoggiato De Magistris in tutti questi anni continui ad appoggiarlo, dando prova di serietà e facendo convergere i voti verso il candidato di bandiera del sindaco, ovvero Alessandra Clemente (la più coerente di tutti, assieme a Bassolino che corre senza l’appoggio dei partiti). Chi invece, in questi anni, ha criticato l’azione amministrative di De Magistris, spesso prendendolo a sberle, dovrebbe aver il buon gusto di continuare a farlo, chiudendo le porte del taxi per evitare che la grande alleanza diventi, agli occhi della città, una grande ammucchiata dove le parole di domani rischiano di confondersi con le parole (e gli slogan) di ieri.
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Il Mattino