L’Università Federico II si apre sempre più alla città, espandendosi verso la periferia e spingendosi oltre, verso la provincia e i confini della...
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«Un grande progetto che va avanti e che da quest’anno proponiamo abbraccia la provincia, con Pozzuoli, Pompei e Nola, ma che dall’anno prossimo si amplierà a tutta la Campania con iniziative e connessioni con la Federico II» e toccherà aspettare il prossimo compleanno del re svevo che fondò l’Università nel 1224 per saperne qualcosa in più. «Guardare oltre i confini cittadini è una scelta nata dalla volontà di testimoniare il ruolo del nostro Ateneo che è sì nella città di Napoli, ma è l’Ateneo della grande area metropolitana. Il nostro progetto è essere promotori di cambiamento sociale ed economico. La nostra funzione non deve essere svolta solo nelle aule, ma tra la gente per creare sviluppo, cultura perché questo è il modo per costruire il futuro attraverso la conoscenza. Il nostro contributo è fornire saperi, cultura di cui i cittadini possano cibarsi conservando la tradizione di un’istituzione che ha 800 anni di storia» ha ribadito Manfredi.
Nel frattempo c’è il cartellone della terza edizione di F2 Cultura messo a punto da un gruppo di docenti coordinati dal pro rettore Arturo De Vivo. «Far uscire dalla aule il lavoro di ricerca è il nostro obiettivo primario» ha ammesso. E così il programma culturale federiciano conferma proposte ormai affermate che trovano consenso nel pubblico ma si arricchisce di nuove occasioni culturali, alcune di grande prestigio. Come la ricchissima offerta cinematografica, con l’evento clou il 21 dicembre nell’Auditorium del Polo Tecnologico di San Giovanni a Teduccio inaugurato appena un mese fa che ospita anche la scuola Apple, con la proiezione speciale del film «L’uomo in più» con ospite d’onore il Premio Oscar Paolo Sorrentino, più il cast e numerosi altri ospiti d’eccezione per una serata davvero unica. Particolarmente attuali i seminari dedicati all’Informatica e all’intelligenza artificiale, alla robotica ma anche a come il futuro digitale si connetta all’etica. Così come quelli su «I social e il linguaggio delle delinquenze» (date ancora in programmazione) tra cui «L’immaginario dei giovani camorristi e la città» a cura di Luciano Brancaccio e Luigi Musella e «Donne e camorra» a cura di Gabriella Gribaudi e Anna Maria Zaccaria. Da non perdere, infine, «Digital Images: Visualizzare la letteratura nell’universo di Turing» che ospita il 10 marzo «Totentanz. Sull’Atlante Mnemosyne di Aby Warburg» con Franco Moretti e Leo Impett per sapere come coniugare il digitale alle scienze umanistiche.
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Il Mattino