Manchester. Il passato è malinconia, il futuro è adesso. Ed è qui, ora. Una linea che porta chissà dove. Hamsik deve capire, vuole capire. «Noi...
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Marek di premonizioni non se intende più di tanto: insegue il record di Maradona da agosto e da allora ha segnato solo un gol in 12 gare, un po’ troppo poco per uno come lui. «Certo sarebbe bello raggiungere Diego stasera, ma sarebbe ancora più bello battere la squadra di Guardiola che fa un calcio straordinario». Il Napoli cerca qui nel Regno Unito un conforto assoluto, dopo le soddisfazioni prese in Italia con pieno merito. «Il mio obiettivo è vincere in una serata straordinaria: questo è il mio Napoli più bello, sono sicuro che riusciremo a fare quello che sappiamo fare anche qui». Hamsik non va in cerca di avventure. Sa che il tecnico cambierà gli uomini col contagocce e che in ogni caso qualunque siano le sue scelte non muterà i destini dell’umanità. Lui c’era, il 14 settembre del 2011 quando proprio sul campo del City il Napoli di De Laurentiis mosse i suoi primi passi in Champions: con lui c’erano Aronica e Zuniga, Grava e Campagnaro, Dossena e Fideleff.
«Noi non siamo più quelli di allora, ma pure loro ne hanno fatta di strada in questi anni. Il City ora può puntare a ogni cosa, allora non era così. Siamo diventati grandi in questi anni, siamo cresciuti e oggi è chiaro che questo Napoli arriva a giocarsela con il Manchester City con la consapevolezza di essere una squadra mostruosa. E contro simili squadre potrebbe non bastare dare il meglio». Ha al suo fianco Maurizio Sarri, che in conferenza crea lo stesso livello di pressione che poi trasmette in partita. Dice Marekiaro: «Con lo Shakthar è stata l’unica gara da dimenticare fino ad adesso, meno male che ci siamo rialzati contro il Feyenoord vincendo 3-0...».
Che guaio. Sarri lo ferma. «Ti sei dimenticato che abbiamo preso gol all’ultimo secondo...», dice dimostrando che ancora quel gol non gli va giù. Marek sorride. «Spero per i tifosi che la partita non finisca 0-0: in genere una gara così affascinante e difficile regala sempre tanti gol. Per chi dovrà guardarla, mi auguro che sia così». Sa che non sarà una partita semplice. Contro c’è il meglio. Poteva essere la Premier una delle sue destinazioni possibili in caso di addio. Ma alla fine ha scelto Napoli. «Maradona non è un’ossessione per me. So che è solo questione di tempo e che lo raggiungerò. Per questo è più importante vincere questa sera, anche con un gol di un altro».
Da capitano con la cresta al cielo sa che non passare il turno in questo girone sarebbe un piccolo flop. «Sì, è importante conquistare l’accesso agli ottavi. Noi ci teniamo, come ci teniamo al primo posto in campionato. Noi non scegliamo, noi non pensiamo ancora all’Inter ma solo a questa gara che ha il sapore del fascino unico». Come sempre lo hanno raggiunto qui gli amici inseparabili dell’associazione «I love Pinetamare». «In partite come quella di stasera paghi i dettagli, le piccole distrazioni. Paghi anche il primo errore, anche quello minimo: contro abbiamo dei campioni, dei giocatori fortissimi che possono decidere il match in una frazione di secondo». Hamsik non vive di ricordi. Non guarda al passato. E fa fatica a ricordare. «Il campo mi pare sia uguale...», dice ridendo. In quel girone di ferro, alla fine gli azzurri passarono il turno proprio a spese del City di Balotelli. «Loro si vorranno vendicare, allora».
In realtà lo slovacco non vede l’ora che arrivi il momento.
Il Mattino