«Io, denunciata per stalking voglio giustizia per mia figlia»

«Io, denunciata per stalking voglio giustizia per mia figlia»
MELITO. Ha deciso di esternare il suo dolore, tutta la sua rabbia con una lettera aperta. Una lettera dura, quella scritta dalla mamma di Alessandra Madonna, che vuole essere un...

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MELITO. Ha deciso di esternare il suo dolore, tutta la sua rabbia con una lettera aperta. Una lettera dura, quella scritta dalla mamma di Alessandra Madonna, che vuole essere un j'accuse rivolto ai genitori di Giuseppe Varriale, il ragazzo di Mugnano accusato di averla uccisa nella notte tra l'8 e il 9 settembre scorso al culmine di un litigio.


Signora Olimpia, perché ha scelto di scrivere ai genitori di Giuseppe?
«Perché voglio raccontare al mondo intero che da parte loro non è mai arrivato nessun gesto nei miei confronti, ma solo tanta indifferenza. Sono arrivati al punto di denunciare me e il papà di Alessandra. Per loro siamo solo due stalker, che li avrebbero infastiditi con la loro presenza all'esterno del parco in cui è morta mia figlia Alessandra. Il mondo deve sapere, però, che la mia presenza era dettata da un semplice motivo: non mi reco al cimitero, non ho la forza di fissare la lapide di mia figlia, trovo rifugio solo in quella strada, dove immagino Alessandra viva e dove trovo la forza di lasciare qualche fiore. Di fronte a questa esigenza, necessità di restare in connessione con mia figlia, l'unica risposta è stata quella di aver fatto scomparire i fiori e di aver fatto rimuovere uno striscione che i ragazzi dello stadio San Paolo avevano affisso».

Che cosa si sarebbe aspettata dalla famiglia Varriale?
«Quanto meno una parola di solidarietà, di partecipazione umana. In loro, invece, ho trovato soltanto buio e freddezza, la stessa che hanno insegnato al loro figlio. Una freddezza omicida che si è scatenata su Alessandra. Molte persone, all'esterno di quel parco di Mugnano, si sono avvicinate per darmi una parola di conforto. I più coraggiosi mi hanno anche informato che nessuno avrebbe mai firmato la richiesta di allontanamento da quel luogo. I genitori di Giuseppe hanno addirittura puntato una telecamera sulla strada per controllare i miei movimenti e quelli del mio ex marito, per poi rimuovere l'inquadratura ogni qual volta avvertivamo le forze dell'ordine».
 
Lei è stata denunciata per stalking e ora, per ordine dei magistrati, non può più avvicinarsi a quel luogo.
«Tutti devono sapere che il 24 dicembre, dal loro terrazzo, hanno rivolto ingiurie contro di me. A quel punto ho avuto delle reazioni, ma naturali per una mamma che ha perso tutto. Sulla denuncia che hanno depositato hanno evidenziato il fatto che erano cambiate le loro abitudini di vita. Giuseppe, il loro figlio, è indagato per omicidio volontario. A chi, dunque, sono state stravolte le abitudini di vita? La mia vita e quelle del mio ex marito sono state annullate. Non ci sono parole per descrivere il nostro dolore e quanto ci manchi Alessandra».

Cosa le manca di Alessandra?
«Mia figlia, che i genitori di Giuseppe conoscevano bene, era piena di vita. Era una ragazza pronta a regalare un sorriso a chiunque, sempre pronta a dare il suo supporto a chiunque ne avesse bisogno. Eravamo volontarie al reparto di oncologia pediatrica di un ospedale napoletano, dove tutti i bambini la adoravano. Ricordo benissimo, quando da piccola la accompagnavo a scuola, che i professori, ancor prima di riferirmi sull'andamento scolastico, si complimentavano per quanto fosse educata. A mia figlia da piccola raccontavo le favole, passavamo ore ed ore davanti alla tv per vedere i cartoni della Disney. Le ho trasmesso valori sani, valori positivi. Quei valori che la famiglia di Giuseppe forse non ha o non ha saputo trasmettere. Quello che hanno insegnato al loro figlio è la totale assenza di valori. Giuseppe è lo specchio della loro lucida indifferenza, della crudeltà più pura. Se li avessi davanti gli direi di vergognarsi, ma so che sarebbe fiato sprecato per la loro totale assenza di sentimenti».

Non ha mai avuto un dubbio sulla colpevolezza di Giuseppe? Non ha mai pensato che possa essersi trattato realmente di un incidente?
«La dinamica dei fatti appare chiara. Del resto a ritenere Giuseppe colpevole non sono solo io, ma anche i magistrati che lo hanno indagato per omicidio volontario».

Ha fiducia nella giustizia e cosa farà in futuro?

«I tempi del processo si preannunciano ancora lunghi, stiamo ancora attendendo l'esito di alcune perizie tecniche. Occorre smuovere le coscienze su una vicenda che non deve finire nell'oblio. Il mondo è fatto di persone, di amore, di solidarietà, i loro valori non ci uccideranno un'altra volta. Io sono qui, aspetto che si faccia giustizia e che l'assassino di mia figlia vada in carcere».
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Il Mattino