Disabile violentato al Don Orione, l'ipotesi: qualcuno coprì il sacerdote

Disabile violentato al Don Orione, l'ipotesi: qualcuno coprì il sacerdote
Vogliono capire come è maturata la decisione di trasferirlo a Mestre. Vogliono ripercorrere tutte le tappe di una procedura che ha consentito di allontanare da Ercolano, e...

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Vogliono capire come è maturata la decisione di trasferirlo a Mestre. Vogliono ripercorrere tutte le tappe di una procedura che ha consentito di allontanare da Ercolano, e dalla vicedirezione della congregazione Don Orione, il sacerdote don Roberto Gerolamo Filippini. Sono queste le prossime tappe dell’inchiesta a carico del sacerdote, finito in cella con l’accusa di violenza sessuale contro una persona con disabilità psichica. Sono attesi domani in Procura alcuni amministratori del centro vesuviano, con l’obiettivo di ripercorrere una storia che presenta alcune lacune. E che potrebbe dare vita a nuove verifiche investigative. A partire dalla decisione di spedire a Mestre il vicedirettore dell’ente, prima ancora che qualcuno sporgesse denuncia in Procura. Un normale avvicendamento, come si sono affrettati a dichiarare alcuni esponenti del centro? O una iniziativa dettata da altre finalità? Quanto basta a convocare alcuni amministratori della Congregazione, per mettere a fuoco punti rimasti in sospeso prima di ottenere gli arresti di don Roberto. Ma non è tutto. 

 
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In queste ore l’inchiesta si è arricchita di nuovi tasselli, grazie ad alcune perquisizioni messe a segno a Mestre (dove don Roberto svolgeva il ruolo di docente di Religione in un istituto professionale), e in un’abitazione del Napoletano, dove si era appoggiato negli ultimi mesi.

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Sono spuntati alcuni oggetti di valore, tra cui un telefonino cellulare, che potrebbero confermare uno dei punti dell’inchiesta: quello dei regali che il sacerdote avrebbe fatto alla vittima delle violenze sessuali. Doni alla vittima poi ritornati nella disponibilità del sacerdote, prima che questi si decidesse a lasciare Ercolano. Di che si tratta? Indagine del pm Tittaferrante e dell’aggiunto Falcone, ipotesi choc: il sacerdote avrebbe abusato di un giovane uomo, che aveva trovato nel centro di Ercolano un importante punto di riferimento, sia per le attività ginniche, sia per tenere impegnata la propria giornata. Ed è questa ipotesi che potrebbe spingere gli inquirenti ad ascoltare nei prossimi giorni anche altri ragazzi che sono entrati nell’orbita di don Roberto. Verifiche che sono suggerite dal gip Lucia De Micco, che chiede verifiche sul gruppo di lavoro in amministrazione, per sgomberare il campo da altri sospetti.
 

Accuse respinte da parte dello stesso sacerdote, che ha avuto modo di rispondere alle domande chiave dell’inchiesta nel corso dell’interrogatorio di garanzia. In sintesi, don Roberto ha spiegato di sentirsi vittima di una sorta di «complotto», smentendo ogni abuso o violenza nei confronti della presunta vittima e degli altri ragazzi presenti nel centro di Ercolano. Quanto basta a fare nuove verifiche, a partire dalla storia dei presunti regali trovati di recente fino alla decisione di spedire a Mestre l’ex vicedirettore della Congregazione.
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Il Mattino