Al Comune di Napoli regna sovrana la confusione rispetto alla destinazione dei rom del campo di via Cupa Perillo (compresi quelli che ad oggi stanziano nell’auditorium di...
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Di che contributo parla l’assessore? Di 50mila euro destinati ai nuclei familiari dell’auditorium (5mila euro per ognuna delle dieci famiglie), in cambio della rinuncia a rimanere all’interno della struttura di Scampia. Come previsto da una delibera di giunta comunale. Possono presentare istanza i rom in regola con il permesso di soggiorno, iscritti all’anagrafe e in possesso di codice fiscale. Per l’erogazione del fondo sarà necessario essere in possesso di Iban di conto corrente bancario o postale. Toccherà al dirigente verificare le documentazioni. Fase istruttoria tuttora in corso. Nella domanda da presentare al Comune il rappresentante del nucleo familiare si impegna a «garantire l’iscrizione e frequenza scolastica dei bambini presenti nel nucleo familiare e definire un percorso di accesso ai servizi per il supporto dell’inclusione attiva».
Come ultimo punto la famiglia rom deve dichiarare di «rinunciare definitivamente all’accoglienza presso l’auditorium dell’ottava Municipalità di Scampia e/o dei centri comunali». Si tratta in sostanza di un incentivo a lasciare la struttura.
Contestualmente il sindaco de Magistris, ai cronisti, che a margine di una conferenza stampa venerdì mattina gli chiedevano a che punto fosse il trasferimento delle famiglie rom dall’auditorium alla Boscariello, ha sottolineato: «So che si sta lavorando alacremente, con ritardi dovuti alla consegna della struttura che inizialmente ci avevano assicurato in tempi brevi. Si lavora affinché si possa garantire un trasferimento dignitoso alle persone che si trovano nell’auditorium di Scampia, che innanzitutto non è idoneo a ospitare delle persone, ma anche, e soprattutto, perché quell’auditorium deve servire ad altro tipo di iniziative territoriali».
Dichiarazioni contrastanti di sindaco e assessore, che fotografano bene la situazione di impasse nella quale si trovi oggi il Municipio. I ritardi accumulati in questi mesi, per il passaggio della caserma Boscariello, dal Demanio al Comune, non hanno certo aiutato a sbrogliare il nodo sul trasferimento dei rom. Ciò nonostante, l’idea della tendopoli nella caserma, dove dovrà sorgere la Cittadella dello Sport, non è stata abbandonata dal Municipio, anzi si sono fatti passi in avanti. Il Comune ha chiesto alla partecipata Napoli Servizi di presentare un progetto esecutivo (consegnato una settimana fa) per «la predisposizione di un campo provvisorio per 3 o 6 mesi al massimo, per l’installazione di tende (che dovrà fornire il ministero) per circa 350 persone».
Chi andrà dunque nella Boscariello? Circa la metà dei rom (in tutto sono 700) del campo di via Cupa Perillo, dove partirà a breve la bonifica dell’area. La Napoli Servizi è in attesa del via libera del Comune per cominciare i lavori.
Venerdì si è anche tenuta una infuocata commissione Trasparenza presso il Consiglio comunale. All’ordine del giorno la vicenda dei sette milioni di euro di fondi europei concessi per la costruzione dell’insediamento rom a Scampia e svaniti nel nulla perché non utilizzati nei tempi previsti. All’incontro presente l’eurodeputato Pd, Andrea Cozzolino. «Quei fondi non sono più disponibili - ha osservato - per errori di programmazione che spesso gli amministratori locali compiono, concludendo l’iter troppo a ridosso della scadenza del programma comunitario. Occorre adesso rilanciare il progetto e cercare nuove linee di finanziamento, che potrebbero essere quelle contenute all’interno del Pon Metro e del Patto per Napoli».
«Resta il fatto - ha replicato Gaeta - che se ci fosse stata una volontà politica condivisa tra Comune e Regione sui rom con molta probabilità il finanziamento non sarebbe andato perso». Ha poi chiesto a Cozzolino di farsi «portavoce sia presso la Comunità europea che presso i governi nazionale e regionale di trasformare la strategia Europea Rom, in cui sono contenuti gli assi d’intervento prioritari, da mera raccomandazione a direttiva per renderla norma cogente da adottarsi presso gli Stati membri». La consigliera demA Laura Bismuto ha parlato di «un’imboscata, perché non si fa politica, attraverso una commissione, sulla vita delle persone e in particolare delle famiglie rom». Mentre Nino Simeone ha addirittura lasciato la sala: «Voglio sapere quali sono le soluzioni, non di chi siano le colpe». Il presidente della commissione Trasparenza Mimmo Palmieri ha proposto infine di «creare una corretta sinergia istituzionale per riprogrammare l’intervento». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino