A Di Maio piace ritrarre Berlusconi come la moglie che accetta il tradimento del marito. Temiamo che in cuor suo la pensi all’opposto: se non farà errori clamorosi,...
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Berlusconi non è la moglie tradita. È la moglie che ritrova il marito al quale essa stessa (non dimentichiamolo mai) aveva dato il permesso di fare una scappatella. Fu una scelta rivelatasi giusta perché consente a chi ha vinto le elezioni di assumersi ogni responsabilità di governo mostrando il duro confronto con la realtà al pubblico spesso illuso che le difficoltà economiche dell’Italia siano superabili con un tratto di penna. C’era davvero chi poteva credere che Flat Tax e Reddito di cittadinanza sarebbero stati immediatamente operativi? Sarebbe già un miracolo se si riuscisse a portare il pensionamento a 62 anni con 38 di contributi, la tassazione al 15 per cento per chi ha ricavi o compensi fino a 65mila euro e la pensione di cittadinanza a 780 euro mensili. Si tratta di trovare molti miliardi, con il rischio che cessino di versare i contributi i lavoratori autonomi che difficilmente avrebbero con le loro forze una pensione del genere .Tutti e tre questi provvedimenti erano nel programma elettorale di centrodestra: perciò Forza Italia e Fratelli d’Italia avranno difficoltà a non votarli. Come dovrebbero votare a favore dei decreti sulla sicurezza e l’immigrazione se essi non dovessero incontrare difficoltà impreviste al Quirinale.
Berlusconi ritrova visibilità e ruolo che s’erano appannate dopo il 4 marzo. E potrà rappresentare in maniera solida – per ora a livello territoriale – quei milioni di moderati che sono contenti di allearsi con un ariete come Salvini , ma non ne condividono i toni troppo forti. La resa dei conti – storica – ci sarà alle elezioni europee del maggio 2019. Il sistema proporzionale garantisce un grande sondaggio sul campo. Lì si vedrà se davvero la Lega nazionale vale più del Movimento 5 Stelle e l’alleanza con Berlusconi faciliterà l’accordo tra Popolari e Populisti che hanno l’obiettivo di eliminare per la prima volta i socialisti dalla stanza dei bottoni di Bruxelles. Lì comincerà tutt’altra partita e non sarà facile per gli anti populisti costituire un FLE, un Fronte di Liberazione Europea con una salvifica alleanza che spazi da Macron a Tsipras. Perché Macron è in caduta libera e la Le Pen non diventerà forse mai presidente ma sul proporzionale potrà fare brutti scherzi a tutti. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino