Sanno chi è, hanno un identikit preciso. Hanno anche una pista su quanto accaduto domenica notte nei pressi del Lungomare. Una sventagliata di colpi di pistola, non tutti...
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C’è ressa, il lungomare di via Partenope è un tappeto umano, gremito. Si avvertono gli spari ed è un inferno, tanto da spingere alcune ragazze a fare ricorso alle cure mediche dell’ambulanza, soccorse per attacchi di panico e difficoltà nella respirazione. Ma cosa è accaduto domenica notte? Cosa ha scatenato quelle scene da inferno? Stando ad alcune testimonianze raccolte, le cose potrebbero essere andate in questo modo: dopo aver parcheggiato lo scooter nei pressi delle scalette che da via Chiatamone conducono sul Lungomare, un uomo torna sui propri passi, probabilmente allarmato dall’antifurto dello scooter. Era nei pressi della pizzeria, capisce che qualcosa sta accadendo nella zona dei portici di via Chiatamone, decide di tornare indietro a verificare. Ed è il momento della sorpresa. Non trova più il ciclomotore. Un classico per chi si fida degli abusivi della sosta, solo che in questo caso il derubato non ci sta. Ha inizio il litigio, possiamo - alla luce delle indagini in corso - ricostruire come è andato uno scontro inizialmente solo verbale. Uomo: «Che è successo?» Parcheggiatore abusivo: «Non so nulla, non so di che stai parlando». Uomo: «Devi dirmi chi è stato, altrimenti me la prendo con te e sono c... tuoi, tu che ci stai a fare qui? Ti ho dato pure i soldi». Parcheggiatore abusivo: «E secondo te io non posso andare neppure in bagno per qualche minuto? Mica faccio il poliziotto?». Un dialogo che si riproduce decine di volte in un giorno, al centro e in periferia, quando - dopo aver intascato dalle due alle cinque euro - gli abusivi decidono di voltarsi dall’altra parte, pur di agevolare il furto. Ed è così che la situazione degenera. Non subito però. L’uomo derubato fa un colpo di telefono e sparisce. Tornerà in un secondo momento, con una pistola che viene puntata verso il cielo e, in senso progressivo, ad altezza d’uomo. Una scena che si consuma solo in un secondo momento rispetto al litigio iniziale, quando l’uomo ritorna in via Chiatamone sbucando da un’auto. Non era solo, il pistolero. Anzi aveva portato i rinforzi. Era in compagnia di altre persone che lo spalleggiano, c’è chi ha visto anche una donna che si dimenava, quanto basta a procedere su più livelli.
Al lavoro i carabinieri del comando provinciale, che hanno acquisito le telecamere della zona, anche in via Santa Lucia e - sul versante opposto - all’altezza dell’imbocco-sbocco della galleria della Vittoria. Insomma, si cerca l’auto che ha scortato il pistolero, la vettura dalla quale è sbucato un uomo che ha fatto fuoco almeno una decina di volte. Scenario da brividi, solo un caso fortuito che non ci siano stati feriti. Quanto basta a far scattare la convocazione di un comitato per l’ordine pubblico in Prefettura, dove si sono ritrovati attorno allo stesso tavolo le massime autorità in materia di quiete pubblica. Preoccupano i prossimi appuntamenti, preoccupano scadenze fin troppo note per una città che ha diritto a godere di isole pedonale e di paesaggi naturali. Quanto avvenuto due notti fa potrebbe ripetersi anche a ridosso del prossimo week end, per non parlare poi dei ponti classici della primavera napoletana, quelli del 25 aprile, primo maggio e due giugno. È il sindaco Luigi De Magistris a commentare l’episodio di domenica: «Quanto accaduto è gravissimo. Questa città che è sempre più città di vita, cultura e non violenza, non può assolutamente accettare azioni di prepotenza da parte di pochi. Queste persone sono una vergogna e tutto sono tranne che napoletani. Una risposta forte, adeguata e inequivocabile - ha sottolineato - deve essere messa in campo dalle forze dell’ordine e dalla magistratura. Delle azioni sono state già decise e sicuramente ci saranno fatti concreti che chi di dovere metterà in campo». Dello stesso avviso il governatore Vincenzo De Luca: «A Napoli siamo arrivati a un punto estremamente critico, rispetto a cui bisogna aprire gli occhi. È di domenica l’ultima sparatoria sul lungomare sotto i locali della Regione da parte di una banda che imperversa. Le famiglie normali cominciano ad avere paura di uscire di casa». Centrale la questione dei parcheggiatori abusivi, che detengono il controllo delle strisce blu, tecnicamente espropriate ai residenti, spesso impossibilitati a prendere la propria auto per le doppie e triple file, che gestiscono a loro piacimento gli imbuti che si creano in alcuni punti strategici della città.
Un problema che non è stato risolto dalla decisione dell’amministrazione comunale di cambiare la segnaletica, introducendo le cosiddette «spine di pesce», nel finora vano tentativo di scongiurare la sosta di auto in doppia fila. Una questione che ritorna ogni volta che il caos prende il sopravvento in città, anche proposito delle zone in cui gli uomini della polizia municipale possono notificare il daspo (il divieto a soffermarsi in una data zona) a carico degli abusivi. Al momento - come è noto - è possibile applicare il daspo solo nella zona attigua alle stazioni ferroviarie, zone portuali e aeroporto. Nei pressi del Lungomare o della movida di Chiaia non è possibile alcun intervento di natura amministrativa. Palazzo di governo, dunque, quali sono state le risoluzioni del tavolo presieduto dal prefetto? È emersa la necessità di assicurare un ulteriore potenziamento della presenza di forze dell’ordine nella zona della Movida, in linea con quanto disposto dal ministero dell’Interno a proposito di emergenza Isis e babygang. Si punta a garantire un innesto massiccio di agenti della polizia municipale nelle notti napoletane, per non lasciare sguarnite - come è apparso evidente domenica notte - intere fette di area metropolitana.
E a rafforzare gli impianti di videosorveglianza.
Il Mattino