«Finalmente, con questa legge di stabilità, si introducono criteri oggettivi per obbligare le amministrazioni pubbliche a chiudere le società partecipate inutili, ma si...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Soddisfatto per l'obbligo di chiudere le partecipate che hanno più amministratori che dipendenti?
«È un passo avanti perché si riconosce l'esistenza di un fenomeno assurdo e si cerca di dare una soluzione. Noi avevamo chiesto anche la chiusura delle oltre mille partecipate che hanno un fatturato inferiore ai 100mila euro, che è davvero molto basso. Inoltre, avremmo preferito che fossero state introdotte delle sanzioni per gli amministratori che non chiuderanno le partecipate inutili. Questo non c'è: quindi, si poteva fare sicuramente di più».
Teme un flop della misura?
«Spero di no. Anche perché gli amministratori pubblici devono presentare dei piani per procedere alle chiusure. Nel caso non dovessero farlo, potrebbero essere comunque ritenuti responsabili sul piano erariale dalla magistratura contabile».
In ogni caso, non si ritiene soddisfatto?
«Alla Camera io ho presentato un disegno di legge di riordino complessivo del sistema delle partecipate. Gli emendamenti accolti nella legge di stabilità al Senato partivano da quel testo. Il prossimo appuntamento per riproporre la questione sarà il passaggio alla Camera del ddl di riforma della pubblica amministrazione presentato dal ministro Madia. Renzi ha detto in più occasioni che è quello l'ambito in cui dover risolvere in maniera definitiva anche il problema delle partecipate. Al momento, nel testo in discussione al Senato, ci sono previsioni molto generiche. Presenterò le mie proposte come emendamento alla Camera».
an. va.
© RIPRODUZIONE RISERVATA Leggi l'articolo completo su
Il Mattino