«Non lo spegni il sole se lo uccidi»: la scritta a caratteri cubitali compare sullo striscione che qualcuno ha sistemato sulla parete della casa di Ugo Russo. Su quel...
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Da ieri Ugo è tornato a casa. In una bara bianca portata a spalla, lungo i gradoni di Salita Paradiso, sotto le note di una canzone neomelodica. Nell’angusto cucinino di un terraneo dove abita la nonna è stata allestita la camera ardente. E dopo mezzogiorno è iniziata una interminabile processione di gente. I Quartieri spagnoli celebrano il lutto con questa folla che continua a sciamare verso il “basso” trasformato in camera ardente. La bara è anche stata scoperchiata e Ugo è lì, terreo, con gli occhi chiusi e un cappellino di lana nera che gli copre il cranio depilato e ricomposto dopo il lavoro del medico legale. Ha il volto di un bambino. Non sembra nemmeno lo stesso delle foto pubblicate su facebook e Instagram.
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In quei dieci metri quadrati la gente si accalca. Il papà e la mamma accasciati sulle sedie continuano a sussurrargli parole che il ragazzo non può più sentire, e ad accarezzargli dolcemente la fronte. Un plaid marrone con l’immagine di Padre Pio gli ricopre il resto del minuto corpo. Occhi lucidi e singhiozzi accompagnano l’ingresso al vicolo. Donne e uomini di ogni età, si è mobilitato il vicinato, e non solo. E son i tempi che corrono nessuno sembra curarsi anche dei rischi legati ad una promiscuità che - mai come oggi - in questo luogo sembra non tenere in alcuna considerazione la potenzialità del contagio da Coronavirus. E in serata per verifiche arrivano anche i tecnici dell'Asl.
La salma del 15enne era stata dissequestrata di primo mattino. Firmato il rilascio, il pubblico ministero ha così autorizzato il rilascio e la consegna alla ditta di onoranze funebri, che a sua volta ha garantito il trasporto fino all’abitazione. Poi, però, contravvenendo probabilmente alle norme che regolano l’esposizione delle salme e le disposizioni delle camere ardenti, qualcuno decide di togliere i sigilli alla bara. Perché si possa vedere il volto di Ugo morto. Da qui nasce un vero giallo: perché nessuno sa spiegare, ed anzi ognuno dice di aver fatto la propria parte. La questione non è di secondaria importanza, se si pensa che il corpo del 15enne dovrà restare (peraltro in uno spazio molto angusto e sovraffollato) ancora per tutta la giornata e la notte di oggi, e cioè fino al momento della celebrazione dei funerali. E tutto questo al netto dei possibili contagi dell’influenza Covid 19. Le esequie si terranno alle nove di domani mattina presso la chiesa di Santa Maria ad Ogni Bene dei Sette Dolori. Sono comparsi anche manifesti a lutto lungo i muri dei Quartieri Spagnoli: «Tragicamente - si legge – è venuto a mancare all’affetto dei suoi cari Ugo Russo».
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Comincia così la lunga notte di veglia alla salma di Ugo Russo. Con centinaia di persone, le donne che si abbracciano, gli uomini fermi con lo sguardo basso e i giovani che scrutano, osservano e si passano occhiate d’intesa all’arrivo sul posto di facce sconosciute. Tra preghiere e singhiozzi, il dolore resta però sempre composto. All’ingresso del terraneo in cui Ugo trascorrerà la sua ultima notte nel quartiere in cui era nato, qualcuno ha legato anche alcuni palloncini bianchi e blu a forma di cuore, mentre sul fondo del vicolo cieco è stato sistemato uno stendardo di seta sul quale campeggia l’immagine del ragazzo sorridente. Nelle ultime ore, poi, non pochi ragazzi sono usciti di casa indossando felpe sulle quali è stato stampigliato il volto della vittima. Tra la folla venuta a rendere omaggio alla salma ci sono anche i genitori di Davide Bifolco, il 16enne ucciso da un colpo di pistola esploso da un carabiniere al Rione Traiano, durante un inseguimento.
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Il Mattino