Torna la guerra della movida a Chiaia. Lo scontro tra Municipalità e residenti da una parte e gestori dall’altra supera nuovamente i livelli di guardia. A lanciare un...
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La zona nel weekend è presidiata fino all’orario di chiusura previsto dall’ordinanza sindacale, che, stando ai resoconti degli interventi della polizia Municipale del lunedì mattina, è stata un mezzo flop. Come sostengono i residenti di Chiaia: «L’ordinanza è servita a poco e nulla, anzi, adesso i locali sono tornati a mettere la musica ad alto volume anche di lunedì, con le strade vuote» racconta Caterina Rodinò, del comitato «Chiaia viva e vivibile».
«Nessuno pulisce le strade e la musica si sente fuori dai locali, fin dentro le nostre case» sottolinea Rodinò. Spulciando i verbali degli ultimi weekend è evidente il dato: gestori sanzionati per l’occupazione abusiva di suolo pubblico; qualche nuovo locale risultato sprovvisto delle autorizzazioni sanitarie e per la somministrazione, nonché per la diffusione di musica e per l’occupazione abusiva di suolo pubblico; fioccano verbali anche nei controlli per il corretto conferimento dei rifiuti. «Man mano che passano le settimane – incalza la residente – con il tempo che migliora è aumentato il numero di persone in zona dopo la mezzanotte. Diversi cittadini che vivono nelle strade della movida hanno denunciato la presenza di persone poco raccomandabili. Non vorremmo ritrovarci in primavera con altri accoltellamenti e baby gang». De Giovanni su questo chiede un impegno ancor più massiccio di forze dell’ordine: «È essenziale intervenire prima che la situazione precipiti nuovamente e si incancrenisca. Invieremo una serie di esposti alle forze dell’ordine e alla polizia locale, sia generici che molto dettagliati anche sulle violazioni al regolamento per le occupazioni di suolo pubblico. E interesseremo anche l’Asl per tutte le normative di riferimento che non sono rispettate».
Chi si trova dall’altro lato della barricata, ovvero i gestori, trova infondate le accuse mosse da Municipalità e residenti: «Non capisco come si possa parlare di movida selvaggia, qui è deserto selvaggio» replica Rodrigo Esposito del Wild di via Bisignano. «Sono due mesi che Chiaia è deserta. Abbiamo documentazioni di foto e video di come intorno a noi la sera ci sia il vuoto cosmico. I giovani a Chiaia non vengono più e noi gestori siamo tutti con l’acqua alla gola. I cattivi odori – evidenzia il gestore del Wild - non dipendono da noi, a meno che qualcuno non viva su qualche ristorante senza cappa a norma. Ma non può essere colpa della movida, tantomeno di tutti i proprietari dei locali. Se poi la lamentela è strumentale ed è fatta ad arte per distruggere chi lavora onestamente, allora ci stanno riuscendo». Poi il gestore del Wild chiede l’intervento di Palazzo San Giacomo: «Il Comune dovrebbe aiutare chi sta provando in maniera legale a fare impresa». La medaglia è la stessa ma le facce sono diverse. C’è chi protesta per la movida e chi protesta contro la protesta, perché, al di là del gioco di parole, con la movida porta il pane a casa. «Vogliono continuare a infangare il nostro lavoro – prosegue Esposito – Abbiamo licenziato, tra i vari baretti, oltre trenta persone». Per il gestore del baretto di via Bisignano la protesta dei residenti risulterebbe capziosa e priva di fondamento. Mentre chi vive nel quadrilatero della movida continua ad accusare i «barettari» di mancato rispetto dell’ordinanza.
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Il Mattino