Napoli, l'autista del bus contagiato: «Troppi passeggeri senza mascherina»

Napoli, l'autista del bus contagiato: «Troppi passeggeri senza mascherina»
«Sono stato sempre attento, non ho mai abbassato la guardia, ma la nostra categoria è ad altissimo rischio ogni giorno». Dalle parole di G.A., l’autista...

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«Sono stato sempre attento, non ho mai abbassato la guardia, ma la nostra categoria è ad altissimo rischio ogni giorno». Dalle parole di G.A., l’autista dell’Anm positivo al tampone, affiora tutta la frustrazione, e soprattutto la preoccupazione, per le sue condizioni di lavoro. Il 44enne napoletano, padre di due bimbi, è ora ricoverato nel reparto dedicato ai casi Covid asintomatici, all’interno della palazzina M dell’ospedale Cardarelli, dove resta in osservazione.


Lei è in isolamento da ieri, come ha scoperto di aver contratto il Covid? 
«Sono andato al pronto soccorso dell’ospedale Cardarelli, il 2 settembre, per un problema di salute che non ha niente a che fare con il Coronavirus. Durante i primi accertamenti i sanitari mi hanno sottoposto al test sierologico che però ha dato esito negativo. Successivamente, prima del ricovero, così come prevede la prassi, hanno effettuato anche il tampone. Non immaginavo che l’esito dell’esame potesse essere positivo: non avevo alcun sintomo. Quando me l’hanno riferito, ho pensato ai rischi che noi conducenti corriamo ogni giorno solo per svolgere con serietà il nostro lavoro».
 
La sua categoria è più esposta al contagio?
«Certo. Ci siamo adeguati a questa situazione di emergenza: personalmente non ho mai smesso di usare i dispositivi di protezione durante i turni di lavoro. Ma anche se faccio la massima attenzione, molto spesso l’autobus è affollato ed è impossibile mantenere una distanza di sicurezza sufficiente con i viaggiatori. E poi c’è una grande superficialità nell’uso delle mascherine: spesso non vengono indossate oppure finiscono abbassate sul collo. Puntualmente devo riprendere le persone e invitarle a indossare le mascherine ma vado regolarmente incontro a discussioni, aggressioni... e anche peggio».

Che cosa le è successo?
«Circa un mese fa sono stato proprio assalito. Hanno lanciato pietre e oggetti contro l’autobus, ma le liti, quando sollecito i passeggeri a indossare la mascherina obbligatoria, si scatenano ogni giorni. Se è vero che c’è molta gente rispettosa delle regole, è anche vero che in tanti tentano di trasgredirle. L’aggressione, e il lancio di pietre che ha mandato in frantumi un finestrino, si è verificata perché avevo provato a convincere un gruppetto di ragazzi a indossare la mascherina».

Chi erano gli aggressori?

«Una comitiva di ragazzini, volevano salire sull’autobus ma non avevano intenzione di mettere le mascherine. Dopo il primo invito che gli ho rivolto, di fronte alla loro indifferenza, ho cominciato a insistere e, approfittando della vicinanza di una volante dei carabinieri, ho chiesto ai militari di intervenire. Alla fine, il gruppetto di giovani ha ceduto e ha tirato fuori le mascherine dagli zaini. Quando sono scesi, però, hanno lanciato con violenza pietre e altri oggetti contro l’autobus fino a rompere un vetro. Non è normale lavorare in queste condizioni». 
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Il Mattino