Perché ha ragione Gattuso: Brescia vale di più del Barça

Perché ha ragione Gattuso: Brescia vale di più del Barça
La testa di Gattuso è qui, nella trincea di Brescia, dove i sogni di gloria dopo l’arrivo di Balotelli sono rapidamente sfumati. Il presidente Cellino, tornato in...

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La testa di Gattuso è qui, nella trincea di Brescia, dove i sogni di gloria dopo l’arrivo di Balotelli sono rapidamente sfumati. Il presidente Cellino, tornato in Italia dopo il soggiorno inglese, ha confermato la sua fama: tre allenatori cambiati per risollevare la squadra che è penultima e a sette punti dalla salvezza, ultima partita vinta il 14 dicembre, oltre due mesi fa.


La testa di Gattuso è qui, al Rigamonti, dove vuole cogliere la quarta vittoria esterna in campionato (e, considerando quella in Coppa Italia a Milano, sarebbe la terza di fila in otto giorni) per avvicinarsi al quinto posto, l’ultimo che dà accesso diretto all’Europa League, preferita da quest’uomo concreto a una vittoria sul Barcellona, atteso martedì al San Paolo. Dove sarà, invece, la testa di giocatori che si sono spesso distratti, anche quando non pensavano a un match europeo? Il confronto col Barça è prestigioso ma non deve stasera svuotare il Napoli, che sta provando a risalire in classifica, dopo un’interminabile e ingiustificabile serie di sbandate. Sembrava essersi messo sulla strada giusta, poi è caduto in casa col Lecce. Si è rialzato e ha vinto sui campi di Inter e Cagliari, giocando con una diversa intensità, comunque con grande concentrazione difensiva. Alla Sardegna Arena è andato al piccolo trotto ed è bastato il colpo di Mertens, che ha ritrovato la brillantezza (e la via del gol) e che oggi - turnover permettendo - potrebbe raggiungere a quota 121 reti in maglia azzurra Hamsik, che proprio da Brescia spiccò il volo verso Napoli e il grande calcio. Dries ha già scritto tante pagine della storia azzurra e altre vorrebbe scriverne: dipenderà dagli sviluppi della trattativa avviata con De Laurentiis per il rinnovo del contratto. Gattuso si è già pronunciato: assolutamente favorevole alla riconferma del belga, come peraltro lo era Ancelotti, che anzi avrebbe voluto sistemare la questione prima che cominciasse questa stagione, per la quiete generale. Inascoltato.

Ci sarà tutto il tempo per entrare nella magica atmosfera di martedì, con il Pallone d’oro Messi che calpesterà l’erba di Fuorigrotta e l’urlo Champions che darà la carica alla squadra in questa sfida impossibile ma non troppo, considerando il rilevante problema tecnico del Barça - l’assenza di Suarez - e il caos che si è creato per la vicenda della macchina del fango che sarebbe stata azionata dal presidente Bartomeu contro alcuni giocatori, a cominciare proprio dal capitano. A fine settembre il Brescia fece sorgere i primi dubbi sulla consistenza della squadra azzurra, che soffrì al San Paolo quando partì l’assalto degli avversari guidati da Tonali a centrocampo e da Corini - allora - in panchina: Ancelotti attaccò con decisione la squadra negli spogliatoi, preoccupato per gli improvvisi cedimenti. I negativi risultati hanno spinto Cellino a tre cambi di tecnico, ora ci prova l’uruguagio Lopez a rianimare una squadra che ha numeri estremamente negativi: poche le chance di salvezza con la seconda peggiore difesa (44 reti), il terz’ultimo attacco (21) e il più basso numero di tiri in porta (183). Secondo le statistiche della Lega Serie A, tuttavia, Napoli e Brescia hanno lo stesso passo: media di 106 km, la più bassa in campionato. Il contributo di Balotelli è stato inconsistente: Mario avrebbe sperato di trovare spazio sui media per i suoi gol, magari per una possibile convocazione all’Europeo, e invece in questa settimana è stato tirato in causa per una storiaccia di un presunto ricatto e di un presunto stupro. Peccato che un talento così grande non abbia sfruttato le grandi chance offerte nell’arco della sua carriera da Inter, City e Milan.


Proprio perché è concentrato soltanto sul Brescia, Gattuso non apporterà molti cambi alla squadra, anche perché Koulibaly, dopo l’infelice prestazione contro il Lecce, è tornato in infermeria e sicuramente vi rimarrà oltre la partita col Barça. Sarebbe opportuno sfruttare il vento favorevole per Mertens. Elmas ha fatto bene da vice-Insigne ma il capitano conta di tornare in campo dal primo minuto: quelle con Inter e Cagliari non sono state bocciature, c’è un rapporto sereno con Gattuso, che conta di avere recuperato alla causa Allan dopo il provvedimento disciplinare della scorsa settimana. Creare tensioni non conviene in questa fase in cui sono in gioco la possibilità non solo teorica di tornare in corsa per il quinto posto e la qualificazione alla finale di Coppa Italia, oltre all’affascinante match col Barça. Rino è stato bravo a usare il pugno di ferro, portando alla luce malesseri e comportamenti sbagliati. La chiarezza è una sua dote e ieri ha mandato un messaggio esplicito sul ballottaggio Ospina-Meret: «Non sono un aziendalista, io faccio le migliori scelte per la squadra». Chissà quanto queste parole saranno state gradite a De Laurentiis, che sul ventiduenne Alex ha investito 22 milioni nell’estate 2018.
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Il Mattino