Sono passati sette giorni dall’incendio nel deposito di giocattoli in via Caserma Cavalleria, in un palazzo abitato da undici famiglie. Ventisette inquilini, tra cui sei...
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«Cavalleggeri chiede un tetto», si legge sullo striscione preparato dagli sfollati per la manifestazione questa mattina davanti alla prefettura. In piazza del Plebiscito anche il presidente, la giunta e i consiglieri della X Municipalità.
«Per quanto tempo possiamo andare avanti così?», dice Eduardo Alboretti, 43 anni e due figli piccoli, barista. Sua suocera Vincenza Fusco mostra le brandine, con le lenzuola rosa e bianche sotto il crocifisso, richiuse dopo una notte insonne. Nella stanza dalle pareti verde acqua, in fondo, c’è un tavolo lunghissimo e, sulle sedie, sono poggiati i vestiti, l’intimo con l’etichetta e una busta piena di giocattoli per i bambini appena ricevuti in dono.
«Sono numerosi i gesti di solidarietà che fanno commuovere: tutto il quartiere si è mobilitato per noi», sorride per un attimo Vincenza. Ieri sera, aggiunge, «abbiamo mangiato le pizze e i panzarotti offerti da 50 Calò». E, per dare una mano, sono andati in parrocchia anche Anna di Biase e Alberto Cuomo, a nome della «Spa». «Non un’associazione, ma una società per amore creata con un gruppo di amici tra Napoli e Roma», racconta con orgoglio. «Abbiamo portato bagnoschiuma, shampoo e asciugamani».
Il pronto intervento, però, non basta. «Il mio appartamento è completamente distrutto», spiega Antonella Russo, 65 anni, in ciabatte nel cortile della chiesa dei Sacri Cuori di Gesù e Maria. Stessa sorte per Cira Ciardi, 70enne, vedova. E per Matilde Guglielminetti, 74 anni, da 48 residente al numero civico 51. L’edificio è inagibile e si trova esattamente di fronte alla Compagnia dei carabinieri che conduce le indagini sul rogo.
«Quasi tutti i locali sono gravemente danneggiati, i solai e le strutture pericolanti», spiega Ciardi. «Per questo, gli interventi di messa in sicurezza e ripristino vanno effettuati quanto prima. Ma nessuno sa dirci niente», si porta le mani al volto Antonella Russo, 65 anni, altra senzatetto con il marito e i figli di 28 e 22 anni. Sono tutti ospitati da don Errico, nella chiesa del Sacri Cuori di Gesù e Maria. «E siamo fortunati ad aver trovato posto qui: come alternativa avevano proposto di trasferirci in palestra e andare a fare la doccia alla piscina Scandone», riferisce Fusco, mentre fa avanti Daniela Rusciano, 37 anni, i capelli bianchi scompigliati. «È il disastro totale», afferma, e la sua è quasi una preghiera: «Siamo stanchi, afflitti, amareggiati. Non abbiamo più aggettivi per descrivere il nostro dramma. Aiutateci».
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Il Mattino