L’Italia non parteciperà militarmente a una possibile azione promossa dagli Stati Uniti contro la Siria ma questo non esclude che il nostro Paese, come è...
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Appartiene alla Sixth Fleet infatti il cacciatorpediniere USS Donald Cook, equipaggiato con 60 missili da crociera Tomahawk, che ha fatto rotta nei giorni scorsi verso la Siria ed è stato sorvolato a bassa quota dai caccia russi per 4 volte. Non si muoverà invece dall’Italia la portabandiera USS Mount Whitney che si trova nella base americana di Gaeta che dipende anch’essa dalla sesta flotta come la base di Sigonella, fondamentale per ogni intervento degli USA nel Mediterraneo.
Come riportato da RID, una rivista strategica, la base siciliana ospita velivoli da pattugliamento marittimo P3 Orion e P8 Poseidon, UAV Global Hawk per sorveglianza strategica ad alta quota e REAPER armati, aerorifornitori e velivoli da trasporto. Sono presenti anche i Marines della Special Purpose Marine Air-Ground Task Force - Crisis Response- Africa con convertiplani MV-22 OSPREY. In merito ai decolli di P8 avvenuti in questi giorni è importante ricordare che questo tipo di aereo è deputato al pattugliamento marittimo, svolge ricognizioni e può essere armato in funzione antisommergibile. Da almeno due anni, da quando è operativa la coalizione anti Daesh, questo velivolo si alza in volo pressochè quotidianamente per monitorare le acque al largo di Siria, Egitto, Libia.
L’Italia ospita anche la base di Aviano dove si trovano gli F16 dell’aeronautica americana e le bombe nucleari B61. Hanno sede nel nostro Paese anche le installazioni americane di Camp Ederle a Vicenza, sede della 173^ brigata aerotrasportata e dell’United States Army Africa, e di Camp Darby, a Livorno, importantissima base logistica dell’esercito americano che ospita moltissime munizioni e bombe.
In totale in Italia ci sono circa 11.500 militari americani. Qualora gli Stati Uniti decidessero di utilizzare una delle loro basi presenti nel nostro Paese per eventuali operazioni militari in Siria gli accordi prevedono che venga chiesta formale autorizzazione dal Dipartimento di Stato Americano al nostro Governo che poi si deve esprimere in merito. Inoltre deve essere richiesto un parere tecnico anche al nostro Ministero della Difesa. È evidente che si tratta di una pura formalità. Il nostro Governo accorderebbe di sicuro il proprio benestare. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino