Città Metropolitana di Napoli, è caos liste. Fico: «M5S, basta cambi»

Città Metropolitana di Napoli, è caos liste. Fico: «M5S, basta cambi»
È corsa contro il tempo per il puzzle delle liste per le elezioni in Città metropolitana. Andranno consegnate entro le 12 di lunedì, mentre il voto è...

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È corsa contro il tempo per il puzzle delle liste per le elezioni in Città metropolitana. Andranno consegnate entro le 12 di lunedì, mentre il voto è fissato per domenica 13 marzo dalle 8 alle 22. Tre le liste di centrosinistra (senza simboli di Pd e M5S); una a sinistra figlia dell’intesa Bassolino-Dema; una guarderà al centro e a destra «tana liberi tutti». Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega e il capo dell’opposizione a Napoli Maresca ognuno per la propria strada. 

Tiene l’alleanza tra il governatore e il sindaco, ma nella prova di forza tra i due potrebbe uscirne vincitore l’ex rettore. Le liste che fanno capo a De Luca e Manfredi saranno due. «Progressisti e riformisti per Napoli», con all’interno deluchiani e dem; «Napoli metropolitana», lista di ispirazione dell’ex ministro, che potrebbe conquistare la maggioranza dell’assemblea grazie al supporto di una buona fetta dei consiglieri comunali di Napoli (per il voto ponderato la preferenza espressa della città capoluogo vale fino a dieci volte di più). Un listone che trova l’appoggio di quasi tutta la maggioranza in Comune: Manfredi sindaco, Napoli solidale, Verdi, Italia viva-Azzurri per Napoli, Moderati, Centro democratico. Come consiglieri di Napoli correranno Rosario Andreozzi e Sergio Colella. Con l’ex rettore anche il sindaco di Barano Dionigi Gaudioso, che tra i manfrediani sembra essere quello con maggiori chance per l’elezione. «Ma non ci saranno candidati di area Pd» ci tengono a far sapere persone vicine al sindaco. 

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Napoli libera e La città sosterranno invece la lista di De Luca e del Pd «Progressisti e riformisti». Non ci sarà il simbolo dei democrat. Il perché lo spiega il segretario Marco Sarracino alla fine della direzione provinciale di ieri: «Le forze che parteciperanno alla costruzione delle liste saranno quelle che hanno contribuito alle ultime vittorie del Pd a livello regionale e cittadino. La scelta di due liste è fondata sulla necessità di consolidare e rafforzare la coalizione che ha vinto le elezioni del Comune di Napoli e in importanti realtà dell’area metropolitana. Le sfide esigono un forte rilancio della città metropolitana come ente di coordinamento e di rafforzamento della coesione istituzionale». Fa comunque strano non vedere il simbolo del Pd, dopo le rivendicazioni di paternalismo rispetto alla vittoria di Manfredi alle ultime comunali. 

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Nel M5S è caos totale. Nei giorni scorsi si è consumata una frattura tra fichiani e dimaiani, messa in scena in una chat interna. Tra accuse di «figli e figliastri» e «tararantelle» tra le due fazioni. Con il presidente della Camera intervenuto per tentare di frenare i tentativi di rimaneggiare la lista del M5S. Hanno rischiato di restare fuori due candidati di Di Maio, consiglieri comunali a Pomigliano. A Fico ha replicato il deputato Luigi Iovino, che ha tentato di lavorare all’unità e tenere tutti dentro. Di male in peggio. Perché martedì durante una riunione è stato deciso di non presentare il simbolo, a causa delle incognite giudiziarie che stanno tenendo i grillini con il fiato sospeso. Si sta tentando in queste ore di raccogliere le firme per presentare entro lunedì la lista. Da Napoli il candidato sarà Salvatore Flocco. I 5 Stelle correranno camuffati sotto il nome «Territori in Movimento», quasi identico a quello di un’altra forza in campo, alla quale ha lavorato il centrista Peppe Sommese. Si chiamerà «Territori in Azione» e dovrebbe schierare come punta di diamante il vicepresidente uscente del Consiglio metropolitano Mimmo Marrazzo. A sinistra regge l’accordo Bassolino-De Magistris. Se la giocano il sindaco di Bacoli Josi Della Ragione e il consigliere di Chiaiano Claudio Cecere. Toti Lange, nonostante al Comune faccia coppia con Bassolino, ha un dialogo aperto con Manfredi e potrebbe approdare altrove. I tre partiti del centrodestra andranno invece da soli, così come Maresca. 
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Il Mattino