Dopo un anomalo picco dell’inverno scorso continua anche in questo autunno, sia pure in tono minore forse solo grazie alle temperature ancora miti - l’epidemia di...
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«Continuiamo a vedere infezioni che un tempo si contavano sulle dita di una mano» avverte Vincenzo Tipo, primario del pronto soccorso del Polo pediatrico dell’Arenella. Sulle cause circolano varie ipotesi tra cui, quella più accreditata, che si possa trattare di una conseguenza dei ripetuti lockdown durante il Covid e dell’uso generalizzato delle mascherine per oltre tre anni. «La sintomatologia acuta di queste infezioni – aggiunge Tipo – si presenta con febbre molto alta, dolore, mal di testa rigidità nucale e solo con la Tac si riesce a fare una diagnosi differenziale rispetto a una meningite». «L’anno scorso – aggiunge Alfredo Guarino, ordinario di Pediatria della Federico II – si sono fatti tanti tamponi per paura dello streptococco non necessari anche e soprattutto in bambini piccoli (sotto i 3-5 anni il rischio di malattia è quasi inesistente). Il tasso di portatori sani (e che resteranno sani) di streptococco è altissimo particolarmente nelle comunità scolastiche e i tamponi preventivi non vanno fatti se non in bambini sintomatici dopo una visita dal pediatra. Con il ministero e l’Aifa – aggiunge Guarino - abbiamo nei mesi scorsi messo a punto un documento sull’uso di antibiotici nei bambini per evitarne l’uso eccessivo». Al Santobono intanto si continuano a registrare uno e due casi di meningiti al mese da meningococco e anche da pneumococco. Forme per fortuna benigne ma che statisticamente dal 10 al 30 per cento dei casi, possono evolvere in forme rapidamente fatali. Unica difesa è la vaccinazione consigliata ma non obbligatoria nell’infanzia. Così anche contro lo pneumococco: si possono vaccinare anche gli adulti. Contro il meningococco esistono sieri per la forma B e anche profilassi tetravalenti che proteggono contro gli altri ceppi maggioramente circolanti alle nostre latitudini. Al Cotugno fino allo scoppio della pandemia, era presente un team che aveva le migliori casistiche di sopravvivenza al mondo sia per gli adulti sia per le forme pediatriche. Quel gruppo è oggi andato in pensione ma il ruolo di consulente per il Santobono è stato ereditato da Alessandro Perrella. «Le mastoiditi – spiega – sono dovute alla carenza di contatti sotto soglia con i batteri che le causano che allenano letteralmente i bambini a rispondere alle infezioni. Purtroppo con le malattie infettive abbiamo sempre convissuto e dovremo farlo in futuro». E poi aggiunge: «Un consiglio? Quando c’è la possibilità vaccinarsi. Oggi osserviamo anche molte infezione da Hemophilus contro cui c’è una vaccinazione obbligatoria ma alcuni bambini più piccoli che ancora non l’hanno praticata ci arrivano con l’infezione che può anche provocare encefaliti e meningiti». Nel cuore e nella mente di molti sanitari del Santobono, intanto, c’è ancora il caso di una bambina di 11 anni deceduta il 26 ottobre dopo essere giunta in ospedale con vomito e mal di testa. Un caso drammatico che nessuno ha saputo spiegare sul piano clinico.
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Il Mattino