In ansia dopo 4 giornate e una gara di Champions finita male ma non malissimo: per evitare di accomodarsi sul lettino dello psicologo il Napoli deve vincere a...
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È apparso che il 4-4-2 dia maggiore sostanza alla difesa (zero reti subite nelle ultime due gare e si consideri che i portieri azzurri sono quelli che hanno effettuato meno parate in campionato, solo 5 nelle prime 4 giornate secondo i dati della Lega Calcio) ma l’attacco punge poco. Ancelotti si prepara a un nuovo turnover nei tre reparti perché lo aspettano altre gare infrasettimanali e prova a quadrare il cerchio soprattutto in attacco, dove il Napoli è meno devastante rispetto al passato e anche all’inizio di stagione: ricordate con quanto vigore riuscì a recuperare lo svantaggio contro Lazio e Milan? È cambiata la filosofia e si vede anche dal dato sulla prestazioni atletiche: questa è la squadra che ha percorso finora meno chilometri, 106, laddove con Sarri era quella di maggiore chilometraggio e fatica. Contro il bunker del Toro - la linea che passa da tre a cinque - Ancelotti dovrebbe provare la carta dei due attaccanti veloci e piccoli, Insigne e Mertens (un tormento per i granata con sei gol e tre assist nelle ultime quattro partite), per non dare punti di riferimento. Lorenzo sta assumendo il ruolo di leader in questo gruppo e lascia tracce importanti, come i gol contro Lazio e Fiorentina, oltre a quello sfiorato a Belgrado. Ma soprattutto sta occupando più zone di campo rispetto al passato, non solo quella abbastanza circoscritta a sinistra: se si completa, sarà di grande aiuto al Napoli. Smontato almeno per ora il tridente, il laterale Callejon è alla ricerca del primo squillo: zero gol pur avendo avuto il maggiore numero di opportunità, 15. E Hamsik aspetta un’ulteriore chance per dimostrare quanto lui conti per questa squadra a prescindere dal posizionamento in campo. Non sono stati anni facili per il capitano, dai problemi tattici con Benitez alle sostituzioni di Sarri: oggi rivede Mazzarri, il tecnico che più di tutti lo ha valorizzato, portandolo all’attenzione dei più grandi club europei, ai quali Marek ha avuto la forza di dire no.
Il Napoli, il nuovo Napoli che ha gli stessi uomini di un anno fa esclusi i portieri, deve anche credere maggiormente in se stesso ed essere più freddo sotto porta affinché la pressione che esercita sugli avversari (il secondo tempo della partita contro la Fiorentina e la gara a Belgrado) non sia sterile. Gli azzurri hanno sufficiente esperienza per affrontare le situazioni più complesse, con queste ansie che affiorano nell’ambiente da settimane. Il Napoli ha fatto sapere che De Laurentiis sarà oggi vicino agli azzurri, nello stadio Grande Torino e non a Bari, dove l’altra sua squadra fa il debutto casalingo in serie D, davanti a una platea carica di entusiasmo perché con il produttore si sogna in grande. La compattezza può aiutare in questa fase in cui vi è la ricerca dell’identità. A tutto il resto penserà un allenatore che ha sconfinata esperienza e forte capacità di autocritica, disposto a cambiare idea per non sbattere contro muri. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino