Pompei, scatta la rivoluzione ticket sarà più caro ma senza «sorprese»

Pompei, scatta la rivoluzione ticket sarà più caro ma senza «sorprese»
Dal primo aprile 2018 vivere il «sogno» Pompei costerà 15 euro, 4 in più rispetto alla attuale tariffa ordinaria di 11 euro. L’aumento è...

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Dal primo aprile 2018 vivere il «sogno» Pompei costerà 15 euro, 4 in più rispetto alla attuale tariffa ordinaria di 11 euro. L’aumento è stato concertato tra il direttore generale del Parco archeologico Massimo Osanna e i vertici del ministero per i Beni e le attività culturali. La scelta è dettata dalla necessità di recuperare più fondi per il restauro, la valorizzazione e la messa in sicurezza della città archeologica. Il 2018 coincide con la chiusura del «Grande Progetto Pompei» e la fine dell’emergenza crolli. E non ci sono prospettive di nuovi finanziamenti europei. Venendo meno i finanziamenti di Bruxelles, il direttore generale del Parco archeologico si trova a dover fare i conti con il lievitare dei costi di gestione (guardiania, servizi e accoglienza), restauro del sito e messa in sicurezza degli ambienti. E allora ecco la ricerca di maggiori incassi che, grazie all’autonomia economica di cui gode il Parco Archeologico restano nelle casse di Pompei, saranno impiegati esclusivamente per il restauro e la messa in sicurezza di più domus ed ampliare, in tal modo, l’offerta turistica. La filosofia di fondo dell’aumento è: «più incassi più domus aperte». L’annuncio della variazione delle tariffe è stata comunicata ieri dalla direzione dell’ente pompeiano di via Villa dei Misteri ai tour operator e agli enti turistici, per dar loro il tempo di aggiornare i pacchetti turistici in preparazione per il prossomo anno. Questo ticket includerà anche l’accesso a eventuali mostre ed esposizioni temporanee. Ciò vuol dire che non accadrà piùi che un visitatore possa prenotare la visita agli Scavi con un costo per poi, a sorpresa, dover sborsare altri soldi alla biglietteria. Cosa che negli ultimi tempi è accaduta: attualmente i visitatori pagano 13 euro (e sarà così fino al 27 novembre) perché al biglietto ordinario di 11 euro è stato aggiunto un supplemento di due per le mostre allestite, e visitabili, nel Parco archeologico. L’aumento del biglietto, che scatterà dal mese di aprile 2018, prevede anche l’incremento a 9 euro, contro gli attuali 7,50 euro, del biglietto ridotto. Rincaro dei biglietti anche per gli altri siti di competenza del Parco Archeologico di Pompei: 7 euro per Oplonti e Boscoreale (4 euro l’ingresso ridotto); 18 euro i tre siti di Pompei, Oplonti e Boscoreale (10 euro il ticket ridotto).



I tour operator sono favorevoli all’aumento del biglietto d’ingresso, e soprattutto plaudono al fatto che finalmente la decisione sia stata annunciata con largo anticipo, in tempo per le fiere turistiche, a partire da quella internazionale in programma a Rimini il mese prossimo. Gli studenti di archeologia e storia antica, ma anche gli appassionati di arte propongono, invece, una «Carta-Pompei». «Perché - dicono attraverso i canali social - non prevedere, proprio perché ci troviamo nell’ambito di una gestione autonoma del Parco, anche forme di “abbonamento”?. Non è più accettabile che Pompei venga considerata solo un Parco turistico dove contano solo gli ingressi e gli incassi prodotti dal grande turismo di massa: se Pompei è patrimonio dell’Umanità - si sostiene - la si deve rendere fruibile anche a chi vi accede per passione e studio personale e forme di fidelizzazione, sostanziate in “carte fedeltà” annuali». Secondo questi studenti si tratta di «una scelta ormai ineludibile per dare dignità a quanti entrano tra quelle antiche rovine con spirito e amore di conoscenza, e non di svago. L’appello è quindi a dare modernità in tal senso a Pompei, a voltare pagina, a farne un posto diverso da quello che appare oggi e che si vuol rendere domani».
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Il Mattino