Napoli, il vizio alti e bassi non passa

Napoli, il vizio alti e bassi non passa
Non sono stati affatto giorni facili dopo la sconfitta a Verona. Gattuso non ha avuto dubbi sulla sua squadra, né la squadra ne ha avuti sul suo allenatore, e così...

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Non sono stati affatto giorni facili dopo la sconfitta a Verona. Gattuso non ha avuto dubbi sulla sua squadra, né la squadra ne ha avuti sul suo allenatore, e così il Napoli è riuscito a conquistare la semifinale di Coppa Italia, eliminando lo Spezia che dopo un tempo era sotto per 4-0.

Non sono stati giorni facili dopo la sconfitta a Verona. Gattuso non ha avuto dubbi sulla sua squadra, né la squadra ne ha avuti sul suo allenatore, e così il Napoli è riuscito a conquistare la semifinale di Coppa Italia, eliminando lo Spezia che dopo un tempo era sotto per 4-0. Ma ha incredibilmente sofferto anche stavolta e questo deve far riflettere perché questi alti e bassi all’interno della stessa gara sono rischiosi.


Imbarazzanti nella ripresa gli errori della difesa - grave quello tecnico di Koulibaly sul raddoppio del napoletano Acampora - che hanno consentito ai liguri di accorciare le distanze e mettere in apprensione il Napoli, sceso in campo nella ripresa con la testa altrove, eccessivamente sicuro dopo le quattro reti. Eppure, la sollecitazione di Gattuso dalla panchina era stata chiara: «Non prendiamo gol». Invece, Hysaj ha cominciato a ballare sul lato destro e il centrocampo ha sofferto per la contemporanea esclusione di Zielinski ed Elmas. Quel calo di tensione e quei due gol hanno fatto soffrire il tecnico, che doveva fermare il vento contrario che si era alzato dopo l’1-3 al Bentegodi.
Il Napoli è una buona squadra ma discontinua e, se cala d’intensità, subisce facilmente l’avversario, come è accaduto perfino ieri a Fuorigrotta. Era necessaria maggiore compattezza e Gattuso l’ha recuperata con il cambio di modulo (4-3-3) e le linee più strette, aiutato dalla maggiore aggressività degli azzurri, andati quattro volte a segno nel primo tempo sfruttando la metà dei tiri in porta. Abile a volte a complicarsi la vita, stavolta il Napoli ha messo la gara in discesa contro lo Spezia che si era presentato allo Stadio Maradona senza le due punte migliori, Nzola e Pobega. Il primo gol di Koulibaly col tacco, poi quello di Lozano lanciato da Demme (stessa azione della rete siglata dopo 9 secondi a Verona), quindi i tocchi perfetti di Politano ed Elmas.


Squartata la difesa ligure, gli uomini di Gattuso sono stati chirurgici sotto porta e nel primo tempo hanno concesso praticamente niente agli avversari che in campionato, nel pomeriggio dell’Epifania, avevano conquistato qui tre punti in rimonta, peraltro in dieci. Tutt’altra storia in Coppa, con la squadra che in un tempo si è liberata del peso psicologico della brutta prestazione a Verona e ha travolto lo Spezia, in una partita che non poteva essere immaginata come la prova d’appello per Gattuso, che ha perso la Supercoppa ma è a due punti dalla zona Champions, nei sedicesimi di Europa League e anche in semifinale di Coppa Italia.


Sarebbe stato un errore mettere in discussione il lavoro di Rino. Andava perfezionato e quello contro lo Spezia è stato il primo passaggio, escludendo quegli svarioni difensivi che restano la nota dolente, il problema irrisolto. Vi saranno altre tappe, a cominciare dalle semifinali con l’Atalanta che anticipano la sfida di sabato 13 febbraio contro la Juventus a Fuorigrotta. La discontinuità di prestazioni e risultati è il tratto negativo del Napoli, tuttavia vi sono altre sfide in Italia e in Europa per eliminare gli alti e bassi che condizionano la stagione, con il contributo non solo dello straordinario Lozano, schierato da prima punta, e di due attaccanti ancora distanti dal pieno recupero - Mertens e Osimhen, entrambi utilizzati nella ripresa - ma anche con la determinazione che ha messo Elmas, schierato da titolare nell’inedito centrocampo privo di Bakayoko, uno dei più appannati in questa fase, e dominato da Demme, che fa giocate semplici e spreca pochissimo (e ha preso anche un palo con lo Spezia). 

I tre gol in 25’ minuti hanno messo il Napoli in condizione di giocare con maggiore serenità, anzi eccessiva, considerando le due reti dello Spezia in due minuti. Una completa tranquillità deve recuperare Insigne, autore di un pregevole assist per Elmas ma rimasto distante dal centesimo gol in azzurro. Il capitano ha confidato ad alcuni tifosi andati a fargli visita in ritiro di essere rimasto tre giorni chiuso in casa dopo il rigore fallito in Supercoppa. Non va bene così: Lorenzo si tolga dalle spalle quel peso e riprenda in mano la sua vita e quella del Napoli.


Lunedì si chiude il mercato, nessuna operazione in entrata mentre ne sono state definite alcune in partenza. E, dopo Milik, anche Llorente ha dedicato un dolce messaggio alla città in cui ha vissuto poco più di un anno, facendosi apprezzare per quella brillante partenza nella stagione di Ancelotti, con il gol al Liverpool in Champions. Napoli resta sempre nel cuore di chi la vive.

 

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Il Mattino