Napoli, spiagge libere terra di nessuno: distanze zero e pulizia fai-da-te

Napoli, spiagge libere terra di nessuno: distanze zero e pulizia fai-da-te
Se un’attività viene gestita da un privato, questi ha l’obbligo di rispettare norme e regole, se quella stessa attività viene gestita da...

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Se un’attività viene gestita da un privato, questi ha l’obbligo di rispettare norme e regole, se quella stessa attività viene gestita da un’amministrazione pubblica può andare avanti senza badare alle norme che, forse, verranno rispettate in futuro, certamente non nell’immediato. Cerchiamo di essere più chiari: il gestore di un qualunque lido privato napoletano è stato costretto a ridisegnare spazi e percorsi per rispettare le norme sul distanziamento sociale imposte dall’emergenza Covid 19, i controlli sono stati severi e le multe per l’inosservanza sono pesantissime; il gestore della spiaggia libera invece non si adegua a nessuna norma, consente che sulla sua spiaggia ognuno faccia come cavolo gli pare e, tra l’altro, fino ad ora non ha nemmeno ricevuto una multa piccina piccina per l’inosservanza delle norme.


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Già, ma chi è il responsabile delle spiagge libere napoletane? Chi dovrebbe far rispettare le norme? L’assessore al Mare, Francesca Menna, esattamente 14 giorni fa aveva spiegato al nostro giornale che il Comune stava provvedendo, che c’erano progetti precisi come quello di creare spazi delimitati per il distanziamento sociale, che dai vigili aveva ottenuto già il placet per il controllo ai varchi. Ieri mattina, invece, l’assessore Menna ha chiarito «il Comune non ha nessuna responsabilità sulle spiagge libere che fanno capo all’Autorità Portuale. Ci incontriamo e cerchiamo soluzioni ma sono loro a doverci pensare». Il presidente dell’autorità, Pietro Spirito, ha chiesto di non scendere sul terreno delle polemiche poi ha chiarito: «C’è stata un’interlocuzione. Abbiamo detto che siamo pronti ad affidarle al Comune però non ci è ancora arrivato un segnale». E sul fronte dei controlli, dei vigili? «I controlli possono effettuarli tutte le forze dell’ordine - ha sorriso Spirito - certo, se il Comune chiedesse ai vigili di verificare sugli assembramenti, sarebbe molto utile».
 
Proprio per denunciare la mancanza di qualsiasi forma di controllo sulle spiagge libere del suo territorio, ieri mattina il presidente della prima municipalità, Francesco De Giovanni, ha chiamato i vigili: «Mi è stato risposto che il controllo degli assembramenti sulle spiagge libere non era una priorità», dice con imbarazzo De Giovanni. Poi il presidente municipale incalza: «Trovo assurdo che si chieda il rispetto rigoroso delle norme anti contagio in ogni luogo e in ogni momento e poi sulla spiaggia libera ognuno può fare quel che vuole. Mi rivolgo al Prefetto, al Questore e non per chiedere un intervento di forza ma semplicemente per lanciare un appello affinché anche loro chiedano con vigore che qualcuno con senso di responsabilità si occupi di gestire quella situazione».
 

Il documento sulla riapertura delle spiagge libere parla chiaro: se non c’è possibilità di controllo, il sindaco deve vietare l’accesso agli arenili che torneranno fruibili solo quando ci sarà l’adeguamento ad ogni singola norma anti contagio. Ieri, invece, proprio l’assessore Menna si è affrettata a diramare addirittura un comunicato ufficiale nel quale spiega che non c’è nessuna ordinanza di chiusura: spiagge libere aperte a tutti e senza il rispetto delle regole, ognuno faccia un po’ come cavolo gli pare, alla faccia delle ordinanze regionali. Tra le regole da rispettare ci sarebbero anche la sanificazione delle aree comuni e la pulizia quotidiana dell’arenile. Ieri mattina, alla Rotonda Diaz abbiamo incontrato tre persone che meriterebbero una medaglia, Veronica Alzati, Anna Iorio e Antonio Meditiero: stavano pulendo da soli l’arenile «ci sono tanti bambini, non possiamo farli stare in mezzo alla spazzatura». Se tutti i nostri concittadini fossero come loro, Napoli sarebbe un posto migliore. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino