Il suo è il sogno di tutti i tifosi napoletani. Da leader, da capitano e da simbolo dell’era De Laurentiis non poteva che ammetterlo alla sua maniera, ovvero in modo...
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Marek Hamsik si è confessato in un’occasione speciale, a Bratislava, nel ritirare il sesto “Pallone d’oro” slovacco, il quarto di fila, vinto quasi all’unanimità, dal momento che ha ottenuto 32 voti su 33 giurati. Un plebiscito per il numero 17 azzurro, raggiante e dedito agli annunci. «Non lascerò Napoli, su questo argomento – ha detto al giornale Pravda – c’è anche speculazione. Lo scorso anno ho prolungato il contratto di quattro anni più uno di opzione, non vado da nessuna parte. Non penso che al Napoli, oltre ovviamente che alla Slovacchia». Dieci stagioni in azzurro non significa solo diventare simbolo della squadra, determina un’identificazione con la città e i desiderata della passione popolare. «Sto molto bene a Napoli – aggiunge Marekiaro –anche con la famiglia, non vedo perché dovrei andare via. Il mio amore per i tifosi e per il club è enorme, il grande sogno è vincere la A». Hamsik, del resto, è destinato a stracciare tutti i record: con 442 presenze è a 69 lunghezze dal primatista azzurro di tutti i tempi, Bruscolotti. Con 110 gol, soprattutto, è a 5 reti dal mito Maradona.
«Quando accadrà sarà un grande evento e una gioia immensa per me: essere il cannoniere della storia del Napoli sarà speciale, unico. Ho incontrato di recente Maradona ma ha parlato a tutta la squadra, non solo a me. Il suo è stato un bel gesto, ci ha incoraggiati». I primati sono vicini anche per merito di Sarri: Hamsik ha parole al miele anche per lui. «Probabilmente questa è la mia migliore stagione, lo devo a lui e all’organizzazione di gioco che abbiamo. Grazie a Sarri le mie prestazioni sono cresciute e sono più continue».
Tuttavia manca ancora uno step per coronare il sogno tricolore e lo slovacco lo sottolinea: «La Juventus ha qualcosa in più di noi, ci serve ancora qualcosa, ma la nostra squadra ha il potenziale per vincere il campionato, magari accadrà l’anno prossimo».
Il Mattino