La grande vivacità di tanti napoletani che, in forma individuale o riuniti in associazioni e comitati, si stanno adoperando da anni in favore dei beni comuni green non...
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Caratteri diversi di un volontariato urbano dalle mille facce ma animato da un’unica vera spinta: l’amore per la città messo in pratica, donando energie, creatività, tempo libero e denaro, attraverso azioni di cura e pulizia, di sensibilizzazione e promozione delle aree verdi.
Possiamo dire, senza timore di essere smentiti, che in tutti i quartieri della nostra città c’è oggi almeno un gruppo di cittadini che esercita il proprio senso civico in maniera esemplare ed anche che tanti luoghi comuni sono stati spazzati via, come ben dimostra la virtuosità di Scampia con i Pollici Verdi ed il «loro» Parco Corto Maltese.
Un patrimonio di forze vive e sane al quale l’Amministrazione cittadina non ha saputo dare risposte coerenti, tali da valorizzare il loro operato e renderlo stabile e visibile con effetti moltiplicatori. Sarebbe bastato riservare una particolare cura per quelle aree verdi in cui i volontari stavano praticando azioni di pulizia, con il controllo da parte della Polizia Municipale ed interventi di Asia, affinchè l’impegno di questi ammirevoli cittadini non fosse vanificato. Aree verdi ripulite con sforzi a volte disumani che sono diventate terra di nessuno in un poche ore, con bivacchi di barboni e balordi che introducono nuovo degrado e sporcizia.
E ciò con il rischio evidente di far perdere quell’entusiasmo civico che è il motore di chi agisce disinteressatamente nei confronti del proprio territorio e senza velleità di carrierismi politici. Il Comune di Napoli avrebbe potuto e dovuto anche produrre una campagna di sensibilizzazione - manifesti, video spot per gli schermi di funicolari e metropolitane, ecc. - per promuovere un rinnovato senso civico, di cui a Napoli c’è così tanto bisogno, facendo parlare i protagonisti di questa operosa ed ammirevole lotta per la bellezza della città e far conoscere tanti luoghi sottratti al degrado e restituiti al decoro ed alla fruizione, grazie al volontariato urbano. Utilizzare quest’onda d’amore per Napoli in favore della stessa città.
Ma anche gemellare le Scuole di ogni ordine e grado con quelle aree verdi in cui alcuni virtuosi Napoletani si stavano adoperando per promuovere e far crescere, tra i futuri cittadini, un nuovo modo di vivere il rapporto con la città, più ispirato alla cura ed al rispetto dei beni comuni. Un volontariato urbano green che in più di una occasione ha saputo dare prova di operare in rete, attivando anche competenze con il coinvolgimento di agronomi volontari, e di saper far meglio dei giardinieri del Comune di Napoli che, con le loro capitozzature ed i decespugliatori usati male, hanno inferto pesanti ferite al patrimonio arboreo della nostra città.
Una vivacità civica che il Comune di Napoli avrebbe anche potuto, volendo, far crescere, offrendo ai volontari corsi di giardinaggio, possibilità di acquisire competenze e patentini per l’uso di attrezzature, impartire lezioni sulla conoscenza ed il valore del verde storico, per avere poi una categoria di cittadini ancora più preparata nel proprio operare volontaristico in favore dei beni comuni green.
Un riconoscimento che il Comune di Napoli non ha saputo dare a questi meritevoli volontari, ma che però, ha saputo attivare con il premio per la produttività di gruppo, erogando 300mila euro ai giardinieri napoletani, protagonisti del degrado del verde in cui versa tutta la città. Il Comune di Napoli non solo ha fallito sul tema della gestione del verde urbano ma ha tradito soprattutto il volontariato urbano, mortificandone gli sforzi.
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Il Mattino