Insigne, proprio lui. Il campione clamorosamente escluso da Ventura nel secondo spareggio mondiale contro la Svezia è stato il protagonista della vittoria del Napoli sul...
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Ventura, ma come ti venne in mente lunedì a Milano di lasciare fuori Lorenzo, un insano gesto che ci ha allontanato definitivamente dalla Russia? Sull’ex ct si è scatenata anche la tardiva furia di Tavecchio, che per nascondere i suoi gravi errori (anche nella scelta di questo selezionatore) ha sottolineato il mancato impiego del “piccoletto”. Che per fortuna è nella disponibilità di Sarri. Insigne aveva bisogno dell’abbraccio di Fuorigrotta e di questa rete per mettere alle spalle giorni pesanti. Ha ingaggiato un duello con lo stabiese Donnarumma e ha spezzato l’equilibrio di una partita che il Milan ha tentato dal primo minuto di giocare, senza arroccarsi in difesa come aveva fatto un mese fa l’Inter. Il Napoli è stato reattivo (ma sempre in ombra Hamsik, sostituito: è il caso di interrogarsi sulle ragioni delle sue difficoltà), in progresso il mancino Mario Rui, anche se in fase difensiva ha concesso spazio a Suso. Insigne ha sfruttato il meraviglioso servizio di Jorginho e scattando sul filo del fuorigioco - gol valido grazie al piede di Romagnoli più avanzato rispetto all’azzurro - ha piazzato il colpo. La giocata e il tiro hanno fatto ancora una volta affiorare il rimpianto di non aver visto Lorenzo nella Nazionale che doveva giocarsi la vita nelle sfide contro gli svedesi.
Il campionato è ripreso con due partite di alto livello. C’è stato da divertirsi dopo aver metabolizzato la delusione per l’esclusione dal Mondiale. Roma e Lazio si sono date battaglia nel primo derby stagionale, con i giallorossi che hanno vinto di misura - ma hanno dominato per lunghi tratti - e con il quinto successo di fila, firmato da un bravo allenatore come Di Francesco, si sono portati a ridosso delle prime. Il Napoli ha riproposto la sua migliore immagine dopo quella appannata vista a Verona, colpendo prima con Insigne e poi con Zielinski, che entrato in campo da quattro minuti ha raddoppiato con un preciso diagonale tra le gambe di Donnarumma: non è magari il caso di provarlo dal 1’ al posto di Hamsik?
Ma c’è stato qualcosa che non ha funzionato sul 2-0, proprio quando sembrava che la serata al San Paolo fosse finita in gloria. La difesa, fino a quel momento impeccabile, ha ceduto e Reina - mai impegnato seriamente - è partito in ritardo sul tiro da fuori di Romagnoli. Un brivido che doveva essere evitato, un cedimento che una grande squadra non può permettersi perché si mette a rischio una vittoria, o un progetto. Gli azzurri si confermano leader in classifica e possono vivere serenamente questa domenica che vede Juve e Inter impegnate contro Samp e Atalanta, aspettando la sfida con lo Shakthar tra 48 ore, quella in cui si deciderà un pezzo del destino in Champions: un risultato diverso dalla vittoria chiuderebbe il discorso qualificazione.
Sono ore febbrili per il calcio italiano perché prima che riparta la Champions - martedì il Napoli, mercoledì le sfide di Juve e Roma contro Barcellona e Atletico Madrid - ci sarà la riunione del Consiglio decisiva per il futuro di Tavecchio e della traballante Federazione. Il presidente, scaricando su Ventura tutte le responsabilità, fa capire che non è intenzionato a dimettersi e quindi lo scenario non muterebbe dopo questa disfatta. Anche se il governo, attraverso il ministro allo Sport Lotti, ha sottolineato ancora una volta: «Non si faccia finta di nulla». Asciugate le lacrime versate davanti alla telecamera delle Iene, Tavecchio recepirà finalmente il messaggio? Leggi l'articolo completo su
Il Mattino