Dopo le ore del lutto per la follia omicida di Miano, oggi per Napoli è un giorno di festa. Con l'apertura della stazione Municipio della metropolitana, i napoletani e i...
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Forse anche per questo, mentre prende forma uno snodo così importante per la vita quotidiana di centinaia di migliaia di napoletani - per i cittadini la stazione entrerà in funzione dal 2 giugno - bisognerebbe mettere da parte le polemiche e convergere verso l’obiettivo comune di far marciare i progetti. Soprattutto quelli in sonno da troppo tempo. Per farlo occorre che governo e istituzioni locali abbiano la lungimiranza di guardare oltre il proprio naso, di superare il reciproco deficit di fiducia e di stipulare un nuovo Patto per Napoli. Ma Comune e governo, al di là del protocollo istituzionale, continuano a guardarsi con diffidenza.
Ieri il premier Renzi, intervistato dal direttore del Mattino, ha espresso l’auspicio che finalmente si superi il muro contro muro: «Decida De Magistris se fare la guerra al governo per ragioni di visibilità. O fare la guerra all’immobilismo insieme al governo». Al di là delle ragioni di dissenso più o meno legittime nei confronti di Palazzo Chigi, e del clima politico reso incandescente dall’imminenza del voto regionale, va detto che finora la strategia dell’arroccamento, scelta dal sindaco e alimentata da dosi tutt’altro che modiche di demagogia e populismo, non è servita all’amministrazione arancione a far avanzare di un solo passo i progetti per la città. Che infatti restano al palo, a cominciare da Bagnoli, dove ancora non v’è traccia del commissario più volte annunciato dal governo («Aspettiamo l’elezione del presidente della Regione e poi si parte», ha annunciato Renzi al Mattino), passando per altri due asset di fondamentale importanza quali il Porto e Napoli Est.
Proprio per questo vorremmo che la festa per l’inaugurazione di una delle stazioni-museo più belle del mondo, firmata Siza e Souto de Moura, servisse a riannodare i fili di un dialogo di cui la città ha un grande bisogno. E di cui continuerà ad avere bisogno anche dopo il voto per la Regione. Basti pensare, per restare al metrò, ai finanziamenti da sbloccare per completare i lavori e non fermare i cantieri. Il sindaco De Magistris, che ha certamente a cuore le sorti della città non meno di quelle della sua carriera politica, sa bene che l’unica strada percorribile è quella del dialogo con Roma. Continuare ad arroccarsi nella mitologia dell’uno contro tutti non porterà alcun beneficio né a lui né alla città.
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Il Mattino